La Fondazione Unesco punta a eliminare gli ecomostri in quota

AURONZO

La Fondazione Dolomiti Unesco fa sul serio. Sta mappando, con lo Iuav di Venezia, tutti gli ecomostri in quota e proporrà agli enti di competenza di toglierli. A cominciare dall’ex Bivacco Fanton, sulle montagne di Auronzo. Lo stesso Iuav è stato incaricato di uno studio della mobilità in area Tre Cime di Lavaredo, oltre che al lago di Braies, per capire eventuali rimedi agli assalti estivi delle auto.

È quanto il cda della Fondazione ha comunicato ai dirigenti dell’associazione Mountain Wildernes nel primo confronto dopo le polemiche dei mesi scorsi. Prove tecniche di dialogo, insomma, per le quali il presidente della Fondazione Tonina ha portato dei progetti concreti a certificazione di quanto l’ente fa a tutela dell’ambiente.

Era presente anche il presidente della Provincia di Belluno, Roberto Padrin, che ha commentato positivamente l’esito dell’incontro. Dall’altra parte del tavolo Franco Tessadri, presidente dell’associazione ambientalista, e Giancarlo Gazzola, vicepresidente. «Siamo soddisfatti dell’apertura del dialogo, anche se teniamo le nostre posizioni su alcuni temi, a cominciare dagli abusi di Cortina per i Mondiali» ha commentato Gazzola.

La Fondazione – ha evidenziato il presidente – ha avviato uno studio pilota in collaborazione con l’Univeristà Cà Foscari dedicato alle aree delle Tre Cime di Lavaredo e di Braies con l’utilizzo di big data, funzionali all’elaborazione di strategie di gestione mirate per quanto riguarda ad esempio la mobilità e il turismo sostenibile. «Non appena sarà concluso questo studio, individueremo le possibili soluzioni – anticipa il presidente – e le offriremo a chi di competenza» .

Rassicurante la risposta di Auronzo. «Dopo il benestare della Soprintendenza, costruiremo due ampi parcheggi interrati per togliere le auto dal lago di Misurina. Da qui partirà un nuovo sistema di navette verso le Tre Cime, per cui si allenterà anche le pressione delle auto al rifugio Auronzo», assicura il sindaco Tatiana Pais Becher.

Un focus dell’incontro è stato dedicato ai balconi panoramici, punti di osservazione realizzati in luoghi strategici, lungo sentieri già molto frequentati, che hanno lo scopo di creare consapevolezza nell’osservatore rispetto al Patrimonio mondiale. «Proprio per valorizzare il paesaggio naturale è strato realizzato uno studio dedicato alle cosiddette strutture obsolete, rispetto alle quali sono state messe in campo delle azioni concrete», fa sapere Morandini. «In Trentino, ad esempio, è stato rimosso l’ecomostro di Passo Rolle, mentre in Alto Adige sono state interrate le linee elettriche della Val di Sesto e del rifugio Molignon. Abbiamo mappato i plinti e gli altri impianti obsoleti della Marmolada e formuleremo una proposta alle Province e ai Comuni interessati per la loro demolizione».

Già il prossimo anno potrebbe ricevere un colpo di spugna l’ex Bivacco Fanton. La Fondazione metterà a disposizione le risorse perché l’istituzione interessata possa procedere. Non mancano infine i segnali positivi della capacità di attivarsi per la conservazione attiva da parte dei territori, come ad esempio la volontà di alcuni Comuni di gestire la mobilità sulla strada del Nigra favorendo la mobilità ciclabile e l’accessibilità per tutti.

I rappresentanti di Mountain wilderness hanno presentato i contenuti di un dossier redatto con altre dieci realtà impegnate nella tutela del territorio. Dossier recapitato all’Unesco, in cui si richiama l’attenzione in particolare sull’espansione degli impianti sciistici e sulla insufficiente tutela delle acque. Il presidente Tonina ha replicato che la Fondazione non può intervenire direttamente, non può tanto meno imporre vincoli, ma più semplicemente offrire opportunità per la conservazione attiva del Patrimonio Mondiale. —



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