La festa di San Valentino all’Amd

Limana. Il maglificio artigianale domenica ospiterà l’iniziativa nei suoi locali

LIMANA

Cento per cento prodotto italiano. Ci tiene a questa dicitura l’Amd di Limana, maglificio artigianale tra i pochi che sono sopravvissuti alla crisi del tessile nel Bellunese. E ci tiene anche al simbolo del cuore, che è stato apposto qualche anno fa accanto al nome dell’azienda. Un cuore che ha un significato particolare a Limana, dove in questi giorni si sta festeggiando il patrono degli innamorati San Valentino.

Proprio nell’ambito di queste manifestazioni, i titolari del maglificio hanno organizzato una festa per domenica pomeriggio, clou del San Valentino a Limana. Alle 17.30 la festa dalla piazza del paese si sposta nella sede del maglificio, dove al piano superiore c’è un grande show room che ospiterà la musica e il ballo con Mirko dal vivo. Per l’occasione sarà aperto lo spaccio dell’azienda.

L’Amd di Limana ha una bella storia alle spalle e anche davanti a sè. L’azienda è nata nel 1985, fondata da Maria Grazia Zandonadi e dal marito Desio D’Incà.

Dopo un passato di venditori, i due hanno deciso di partire con una impresa commerciale nell’ambito della maglieria, iniziando in via Garibaldi a Belluno con due macchine da maglieria e una dipendente, con negozio accluso. Racconta oggi con un sorriso la vulcanica Zandonadi, la loro prima fiera a Dussendorf. Nessun ordine ma l’incontro con i titolari di una importante azienda nel settore dell’abbigliamento, la Spadafora. Da via Garibaldi a via Montegrappa, poi a Sedico e infine a Limana. «Non abbiamo mai detto: non si può fare. Abbiamo sempre detto: si deve fare».

E quando c’erano da trovare soldi per ingrandirsi e andare avanti, non è mancato neppure il lavoro da ambulanti, in giro per i mercati della provincia, a vendere la propria produzione e a farsi conoscere. Non ha problemi a riconoscere gli errori fatti, gli azzardi, le fregature prese. «Ma abbiamo sempre messo grande passione e tanto amore nel nostro lavoro».

E di fronte alla grande crisi del tessile, l’Amd va avanti: quest’anno ha un fatturato maggiore di quell’anno scorso. Ha sei dipendenti e dà lavoro a 15 terzisti, non solo bellunesi. «Se queste persone non lavorassero per noi, sarebbero costrette a chiudere. Le grandi aziende hanno delocalizzato, hanno portato la produzione all’estero, lasciando a terra tante persone». L’Amd fa made in Italy allo stato puro. E si sostiene anche con lo spaccio aperto al piano superiore dell’azienda.

Amore e passione per il lavoro. «Sono d’accordo con Monti - continua la titolare - quando dice che bisogna lavorare con passione e professionalità. Lo fai prima di tutto per te stesso, poi viene il resto». Le imprese del settore nel nord Italia erano 15.000 fino a pochi anni fa, sono rimaste in 500, 300 sono in crisi, duecento continuano a lavorare. Casa e bottega, come si dice. Al piano superiore l’appartamento, al piano inferiore il laboratorio e non si contano le ore di lavoro, compresa la domenica, quando occorre. Una storia di lavoro, una storia bellunese.

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