La Cooperativa di Costalta festeggia i suoi primi 90 anni

Una storia importante, frutto dell’impegno e della passione di tutto il paese «Questo è un luogo dove ci si incontra, ci si parla e si scambiano idee»



Compie 90 anni la Cooperativa di consumo di Costalta di San Pietro di Cadore. Il giorno di ferragosto 1929, come riportano i documenti ufficiali, venne creata infatti, su iniziativa di 13 fondatori, la “Cooperativa fascista”. Un anno prima, il 28 maggio 1928, era nato a Costalta Emilio Eicher Clere, che nella cooperativa ha trascorso buona parte della sua vita, fino a diventarne direttore. «Da sempre abbiamo venduto generi alimentari – ricorda Emilio, in pensione dal 1988 – oltre a vini e liquori. Poi annesso c’è anche un piccolo bar, diventato luogo di ritrovo per tutto il paese». Una cooperativa, presieduta dal 1977 da Bruno Casanova Borca (classe 1948), che ha vissuto tutti gli eventi più significativi del paesino di montagna che oggi conta meno di 450 abitanti, ma che era arrivato anche ad annoverarne ben 1.200 nel 1948. Nell’atto costitutivo del 15 agosto 1929, stilato “in San Pietro di Cadore borgata Mare, nella casa di via Santo Stefano n. 26”, si legge: “alla presenza dei Signori Bazzanella Giulio fu Albino nato a Trento, residente a Vigo di Cadore, insegnante, e Francesco De Pol fu Giovanni, nato e residente a San Pietro di Cadore, esercente, testimoni noti ed idonei”, i 13 fondatori.

Si tratta di Casanova Stua Attilio di Luigi, insegnante elementare; Clere Giuseppe di Giovanni, muratore; De Villa Palù Antonio del fu Giovanni Battista, contadino; Fabbian Pietro del fu Felice, possidente; De Bernardin Antonio del fu Antonio, sarto; De Villa Tondo Giovanni fu Antonio, falegname; Fabbian Giuseppe fu Vincenzo, esercente; De Villa Pietro fu Antonio, muratore; De Bernardin Antonio fu Giovanni Battista, possidente; Casanova Borca Fedele del fu Giovanni, falegname; Casanova Crepuz Bortolo del fu Giovanni Battista, falegname: De Villa Gino del fu Giovanni Battista, geometra; De Marco Liberale del fu Antonio, possidente. Poi, seguendo i documenti ancora oggi perfettamente conservati, si trova la trascrizione dell’atto presso il Tribunale, in cui si legge fra l’altro: “Il sottoscritto Dott. Antonio Montano, notaro residente in Vigo presenta copia autentica dell’atto costitutivo e relativo Statuto in data 15 agosto 1929 a. VII. registrato in Auronzo il 22 agosto 1929 al n. 105, contenente costituzione di Società Anonima cooperativa con denominazione “Cooperativa fascista di Consumo di Costalta di Cadore”, con sede in Costalta capitale sociale illimitato, per la durata di anni dieci. E chiede che codesto Eccellentissimo Tribunale, verificato l’adempimento delle condizioni prescritte dalla Legge e dallo Statuto Sociale, voglia ordinare la trascrizione affissione e pubblicazione di detto istrumento”. In un altro documento, si aggiunge che si tratta di una Cooperativa “avente per iscopo di comperare all’ingrosso coloniali vini cereali ed altri generi alimentari ed articoli di uso e consumo domestico, distribuendo ai consumatori soci e non soci”.

Queste insomma le origini di un negozio che ne ha viste tante. «Ad iniziare, dalla sua distruzione durante la guerra – ricorda Emilio Eicher Clere – quando restò chiusa per tre anni. All’epoca (1944) i gestori, fra cui mio padre Luigi, classe 1899, che era diventato direttore nel 1932, erano stati accusati di aver dato da bere ai partigiani. In realtà erano stati i partigiani, una sera, a far aprire il bar e a farsi dare da bere. Così i nazisti il 26 ottobre 1944 hanno bruciato la casa dove aveva sede la Cooperativa, ed hanno portato tutti gli uomini al Cinema Piave a Santo Stefano per interrogarli su questo evento. Io avevo appena 16 anni. Poi la Cooperativa è stata riaperta nel 1946 e pian piano ha ripreso in pieno la sua attività, fino ad oggi».

Emilio consulta con nostalgia i libroni in cui si notavano le spese della gente che pagava (ma non sempre puntuale) a fine mese e anche i numerosi registri dove si appuntavano la contabilità e i verbali delle riunioni della Cooperativa. Una scrittura minuta e precisa, dentro le cui righe scorre la storia viva di un paese che ha deciso di conservare gelosamente questo patrimonio storico, così come conserva con grande cura le case di legno che ne rappresentano la caratteristica saliente ed unica. «Di certo oggi è più conveniente il supermercato – commenta Emilio Eicher Clere – dove si trovano prezzi più vantaggiosi. Ma noi qui offriamo un servizio utilissimo per chi non può muoversi; latte e pane fresco tutti i giorni e altre cose utili per la casa. E rappresentiamo un luogo dove ci si incontra, si parla, ci si scambia qualche idea, si prende un caffè in compagnia. Dove si festeggia un compleanno o un anniversario. Dove, insomma, continua a scorrere la vita di Costalta». —

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