La cittadinanza onoraria per don Mario Zanon

TAIBON. L'abbraccio caldo carico di affetto, stima e riconoscenza per il pastore buono che ha fatto il bene. È quello che ieri sera ha stretto don Mario Zanon, parroco di Taibon, nel giorno del suo...
Di Gianni Santomaso

TAIBON. L'abbraccio caldo carico di affetto, stima e riconoscenza per il pastore buono che ha fatto il bene. È quello che ieri sera ha stretto don Mario Zanon, parroco di Taibon, nel giorno del suo 80° compleanno. La sala consigliare del municipio, dove l'amministrazione guidata dal sindaco Silvia Tormen, ha insignito il sacerdote della cittadinanza benemerita, era infatti gremita di cuori e menti che hanno espresso a don Mario la gratitudine per quello che ha fatto nei 24 anni a Taibon sia come prete che come uomo. Quasi un quarto di secolo in cui - così recita la motivazione impressa sulla targa - si è preso cura «indistintamente di ciascuno di noi, garantendo sempre la sua preziosa e insostituibile partecipazione ad ogni occasione che scandisce la vita del nostro paese, con il quale ha saputo instaurare un legame intimo di natura familiare».

Un "grazie" quello dell'amministrazione comunale sottoscritto dalla comunità di Taibon e da quella agordina: fra i tanti presenti anche l'arcidiacono di Agordo, monsignor Giorgio Lise, il parroco di Alleghe, don Francesco Di Stefano, i rappresentanti di vari sodalizi (il Cai, gli alpini, il Gav, l'Auser, i vigili del fuoco), insegnanti e alunni.

«Il legame che don Mario ha instaurato con il Comune - ha detto il sindaco - si riverbera nella comunità stessa verso la quale egli ha dimostrato tante attenzioni in particolare verso i più deboli e i sofferenti».

«Don Mario - ha poi aggiunto - è una persona diretta che ti dice le cose senza fronzoli. Anche così si è guadagnato la stima e il rispetto non solo a Taibon».

Bruno Bulf, oggi capogruppo di minoranza, ha ricordato quando, nel 1992, da sindaco, accolse il nuovo parroco e ha sottolineato il suo impegno alla Casa di soggiorno dove ogni mattina celebra la messa. Spontanei e profondi i messaggi arrivati poi dai membri del consiglio comunale dei ragazzi, che, facendosi portavoce di tutti, hanno ringraziato, ma soprattutto pregato don Mario di rimanere come loro guida e loro insegnante. Per monsignor Lise, infine, le lodi nei confronti del confratello sono tutte ampiamente meritate. «Vedendo queste manifestazioni di affetto voglio dire, con papa Francesco, che don Mario ha lo stesso odore delle sue pecore».

Lui, il protagonista della serata, non ha nascosto la sua gratitudine e la sua contentezza per il clima di spontaneità, serenità e fratellanza che si respirava. «Forse avrei potuto fare di più e meglio, sono stato educato a fare il bene e ho cercato di metterlo in pratica qui fra di voi».

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