La Cgil: «No all’ospedale smantellato»

di Gianni Santomaso
AGORDO
«Candiani è un professionista messo nella condizione di chiedere la mobilità». Il giorno dopo la ferma presa di posizione dei sindaci agordini contro quello che definiscono uno smantellamento dell'ospedale di Agordo, la polemica non si spegne, anzi. A muovere pesanti critiche all'operato dei vertici Usl è Gianluigi Della Giacoma, segretario provinciale della Cgil Funzione pubblica, che torna sul problema dei medici in partenza da Agordo verso altri lidi, dentro e fuori l'Usl 1. «Non biasimiamo di certo la scelta del dottor Candiani di chiedere la mobilità – dice Della Giacoma – abbiamo semplicemente sotto mano il caso di un professionista serio, di un chirurgo ancora giovane che tanto può dare alla Usl, che viene messo nelle condizioni di chiedere lo spostamento da Agordo a Belluno. D'altronde la chirurgia di Agordo non è più un reparto per acuti che gli permetta di esercitare in toto la sua professione».
La richiesta di mobilità di Candiani, come spiegato ieri dal direttore sanitario dell'ospedale di vallata, Sandro De Col, non è l'unica arrivata sul tavolo del direttore generale Compostella. Oltre al trasferimento (per vittoria di concorso) del dottor Gargano (ortopedia), anche altri medici sarebbero sul piede di partenza. «Il caso di Candiani – aggiunge al proposito Della Giacoma – ricorda quello del dottor Bulf, chirurgo toracico spostato dalla chirurgia, dove svolgeva il “suo” lavoro, al pronto soccorso dove svolge una mansione diversa rispetto a quella legata alla sua formazione. Anche Bulf farà domanda per ritornare a fare il chirurgo altrove?»
Ma gli interrogativi di Della Giacoma non finiscono qui. «Con il primo gennaio il coordinatore dei tecnici radiologi, Cagnati, è andato in pensione – afferma – ebbene, verrà sostituito come tecnico, ma non come coordinatore. Il suo posto verrà assunto ad interim dal collega di Belluno. Perché non viene nominato un altro coordinatore?»
Anche per il segretario provinciale della Cgil Funzione pubblica, quelli in atto non sono altro che i tanti passi verso lo smantellamento dell'ospedale di Agordo. «Dobbiamo ripeterci? - si chiede – ci ripetiamo: oggi ad Agordo ci sono una chirurgia e una radiologia h12, ciò vuol dire che se dopo le 20 arriva un paziente per fare una Tac con mezzo di contrasto, il medico radiologo non c'è e il paziente che, se ha bisogno della Tac vuol dire che bene non sta, deve essere portato a Belluno con l'ambulanza (di notte l'elicottero non vola) senza medico, ma con solo un infermiere a bordo».
«E allora – conclude Della Giacoma – la Regione esca allo scoperto. Se non riesce a garantire la certezza dell'assistenza a una parte del suo territorio abbandonandolo a se stesso, lo dica. Ma visto che gli agordini, o i cadorini, oggi pagano le tasse, come i veronesi, per un servizio sanitario nazionale, allora ci dichiari territorio di frontiera e ci defiscalizzi».
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