La caserma Carlo Calbo è stata rimessa a nuovo grazie ai gruppi Ana
In attesa di diventare sede della stazione dei carabinieri l'edificio di S. Stefano ospita raduni di ex commilitoni

Due immagini della caserma Carlo Calbo a Santo Stefano. La struttura è stata pulita dalle sterpi
SANTO STEFANO.
Lungi dall'essere ristrutturata, ma sistemata di recente, oggi la caserma Carlo Calbo di Santo Stefano apre ancora i battenti per un raduno di commilitoni. Ed è grazie a loro, che la caserma torna a rivivere, ripulita dalle sterpaglie e in attesa di diventare forse sede del comando dei carabinieri. Oggi si radunerà il 7/90 mentre la settimana scorsa è stata la volta del 1/86.
La caserma abbandonata sta per diventare una meta turistica anche perché gli alpini hanno ripulito nuovamente il piazzale dalle sterpaglie e tolto per quanto possibile i segni dell'abbandono della loro vecchia caserma. Il programma di oggi è articolato: ci sarà una cerimonia di saluto, la messa, la sfilata verso il cimitero ai Caduti ed il rancio alpino che si consumerà all'interno della Caserma e che sarà aperto anche a chi vorrà festeggiare insieme ai commilitoni ricordi della vita militare. Inizialmente la richiesta di utilizzare la caserma Carlo Calbo per questi raduni era stata rifiutata dal demanio. E la motivazione è semplice, perché una parte dell'area dovrebbe essere oggetto di ristrutturazione. Una volta sistemata la struttura dovrebbe ospitare la caserma dei Carabinieri di Santo Stefano e verosimilmente anche quella di Sappada. Quest'ultimo, potrebbe perdere la sua caserma che in questo momento si trova ospitata nella sede provvisoria di Santo Stefano. E' stata l'amministrazione comunale, grazie all'interessamento del vicesindaco Paolo Tonon (che è tra l'altro un componente del gruppo 1/86) a fare la richiesta come ente pubblico ottenendo il via libera per i due eventi. In questi anni, dopo la chiusura della caserma, va riconosciuto agli Alpini l'impegno per mantenere vivo il ricordo di questo grande edificio grazie proprio ad una serie di raduni in ognuno di quali è stato soprattutto nelle sue parti esterne ripulito e rimesso a nuovo. «L'ultima volta è accaduto sei anni fa», come ricorda Alfredo Comis, uno degli organizzatori del secondo raduno «grazie alla volontà e all'impegno dei Gruppi Ana del Comelico e Sappada». Il volontariato è sempre in grado di fare la differenza.
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