La Carpazza pronta già da settembre

Pezzo per pezzo la seggiovia è stata portata in quota da un velivolo perchè sia montata e sia pronta per la stagione
Di Lorenzo Soratroi

LIVINALLONGO. Nei giorni scorsi l’attenzione degli abitanti ed i turisti che soggiornano ad Arabba è stata catalizzata da un grosso elicottero che sorvolava il paese. Si trattava di un potente Kamov KA-32 A12 della ditta svizzera Heliswiss, arrivato appositamente dalla svizzera per procedere alle fasi di montaggio della nuova seggiovia esaposto ad agganciamento automatico “Carpazza” che la società Sofma sta realizzando nel comprensorio sciistico di Portavescovo. L’impianto, nei programmi della società, sarà terminato già entro la fine di settembre. L’elicottero è ormai un mezzo molto usato nel montaggio degli impianti a fune, grazie alla velocità delle operazioni che compensa e ripaga di gran lunga i costi, seppur considerevoli, di ingaggio. Nel caso di impianti particolarmente grandi, com’è il caso della nuova seggiovia Carpazza, dove i vari pezzi che costituiscono l’impianto, come i piloni, le rulliere o parti delle stazioni, hanno peso decisamente considerevoli, i “normali” elicotteri non sono sufficienti. Bisogna ricorrere a mezzi speciali, in grado di alzare decine di quintali e di trasportarli in quota. Come il Kamov svizzero. Ad Arabba l’elicottero ha lavorato per quasi una giornata. Tanto c’è voluto infatti per trasportare in quota i pezzi dei 15 sostegni, che man mano venivano assemblati dalle squadre specializzate. Un lavoro delicato, dove niente può essere lasciato al caso. Sia per questioni di sicurezza che di costi.

Ogni minuto di lavoro è prezioso. L’elicottero infatti inizia il suo lavoro solo dopo che ogni singolo pezzo da trasportare è stato pesato ed opportunamente imbragato per essere montato in maniera rapida e precisa. L’impianto in costruzione porta lo stesso nome della vecchia seggiovia biposto, smantellata qualche anno fa in quanto ricostruito pressappoco sulla stessa linea, partendo dallo stesso pianoro al termine della “mitica” pista nera “Fodoma”. A differenza però della vecchia Carpazza, che terminava sulla sella del Portavescovo, poco sotto l’arrivo della funivia (oggi diventata un moderno funifor ) costringendo così gli sciatori a percorrere il primo insidioso ed affollato “muro”, la nuova seggiovia avrà la stazione terminale nello spiazzo sottostante. Da dove sarà più semplice decidere su quale delle innumerevoli piste del compresorio sciare.

Le ampie seggiole a sei posti saranno dotate del cosiddetto bubble, ovvero la copertura che permette di risalire al riparo da vento e neve. Un ulteriore ed utile comfort, vista anche la posizione non proprio soleggiata dell’impianto che sarà costruito dalla Leitner di Vipiteno. «Stiamo rispettando i programmi di lavoro e per la fine di settembre la seggiovia sarà pronta e collaudata» spiega il direttore della Sofma Leandro Santin. «Le due stazioni motrice e rinvio sono già state montate e a metà agosto posizioneremo la fune. Poi in seguito i lavori conseguenti».

Ma quale importanza ha questo impianto per la Sofma ? «È il primo passo per alleggerire la Sellaronda e togliere sciatori dal primo muro di Portavescovo, che tanti problemi di da. Questa miglioria si potrà apprezzare di più a lungo termine, quando verrà rifatta la seggiovia Portados, (che parte da Arabba, ndr), prevista nei prossimi tre anni, e riattivata la parte alta della pista Alpenrose, in modo che il Sellaronda in senso orario, quello preferito dallo sciatore medio diventerà: seggiovia Portados, discesa pista Alpenrose Alta, seggiovia Carpazza, discesa verso Pont de Vauz ed il Pordoi. La costruenda seggiovia permette il ricircolo in quota di tutte le piste dell'area Ovest di Porta Vescovo e l'immissione su tutte le altre piste, quindi anche il raggiungimento della stazione intermedia del Dmc, da dove si prosegue per la Marmolada, senza spingere».

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