La biblioteca non le dà i libri necessari: rimandata la laurea

Lo sfogo di una studentessa universitaria bellunese alle prese con una tesi sull’artista zoppedino Tomea



Non può prendere in prestito i libri dalla biblioteca ed è costretta a posticipare la laurea. Il racconto della disavventura di una laureanda in Storia dell’arte arriva da una lettera scritta al Corriere delle Alpi dalla sua stessa protagonista che, più che per la laurea rimandata, si indigna per il mancato servizio offerto ai cittadini, soprattutto ai giovani, che vorrebbero approfondire le loro conoscenze di storia, cultura e arte locale.

«Spesso viene denigrato ciò che il territorio offre, riducendolo a banalità e ritenendolo scontato», spiega Francesca Bortoluzzi nella sua lettera, «eppure chi si spende per la promozione del territorio c’è, ma non viene aiutato dalle istituzioni».

Francesca è una studentessa laureanda in Storia dell’arte all’Università di Verona, in un corso inter-ateneo con l’Università di Trento. Il suo lavoro, come in occasione della laurea triennale, si basa sullo studio dell’artista zoppedino Fiorenzo Tomea: «Molti si chiederanno perché studiare un artista considerato “minore”, nonostante una poetica importante, troppo spesso poco considerata e ignorata», continua la ragazza, «la risposta è semplice: per quanto ci si lamenti dei cosiddetti “cervelli in fuga”, c’è anche chi si impegna in prima persona per il territorio, per far emergere le personalità e le qualità che la provincia di Belluno porta con sé».

E qui arrivano i dolori. Sì, perché la studentessa bellunese, come altri, si ritrova davanti a un un vero e proprio muro istituzionale e amministrativo: «Chi la frequenta e chi si tiene aggiornato, saprà che la biblioteca di Belluno è chiusa da qualche mese a causa del trasferimento a palazzo Bembo. Ciò comporta che i volumi, qualsiasi essi siano, non possano essere consultati e tanto meno presi in prestito. Essendo il materiale di cui necessito per la tesi di laurea reperibile solamente a Belluno e consultabile solamente sul posto, ho avviato le richieste per una deroga “speciale” a questo impedimento. Sono stata rimbalzata da ufficio a ufficio, dove mi è stato detto che probabilmente sarebbe stato possibile ottenere il materiale con una semplice mail alla biblioteca. Da questa è arrivata risposta negativa, ma non solo: mi è stato detto di aspettare, senza nemmeno darmi dei riferimenti temporali».

Senza perdersi d’animo, però, Francesca si era rivolta direttamente a un assessore, che le aveva suggerito di inviare, ancora una volta via mail, l’elenco dei testi che le sarebbero serviti per continuare il lavoro: «Mi era stato promesso che sarebbe stato fatto di tutto per farmi avere ciò che mi serviva. Eppure così non è stato e ora la data della mia laurea, anche a causa di questo disagio, verrà posticipata».

Un disguido che Francesca spera non si presenti ad altri, rischiando di alimentare la disaffezione per il territorio. Questo perché, come dice il nome stesso della lettera: “La cultura è una cosa seria”. «Questa vicenda mi fa molto riflettere sugli aspetti sui quali bisogna lavorare per avere una cittadinanza che si interessi e possa usufruire del patrimonio artistico-culturale, che dovrebbe essere messo a disposizione dell’intera comunità. Dovrebbe essere anche nell’interesse delle istituzioni promuovere l’amore per le arti nei giovani, senza poi lamentare uno staccamento ingente dal territorio». —

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