La battaglia di Rusecco segnò il destino di Cortina e San Vito

Lionello Puppi
Le conseguenze di quello scontro ebbero grande rilevanza soprattutto per la valle del Boite e sancirono una linea di confine, che, con alterne vicende, è durata fino alla prima guerra mondiale e rimane ancor oggi arduo discriminante in molte discussioni storiche e politiche. E proprio perché la famosa Battaglia di Cadore del 2 marzo 1508 e i suoi dolorosi postumi fino al 1511 hanno determinato il passaggio dell'Ampezzano all'Impero di Massimiliano e la continuazione del dominio della Serenissima a S. Vito e nel resto della Val Boite, ecco che discuterne all'ombra del Marcora e dell'Antelao assume una valenza tutta particolare. Al di là di molteplici eventi piovuti loro addosso in cinque secoli di storia, da allora le comunità ampezzana e sanvitese seppero convivere su quel difficile confine, coniugando interessi commerciali e culturali e mantenendo sempre vivi i valori della mutua solidarietà, specie nei momenti del bisogno e della paura. Lo scontro consumatosi sulle rive del modesto rio Rusecco presso Valle di Cadore tra le truppe veneziane guidate da Bartolomeo D'Alviano e quelle imperiali di Massimiliano I capeggiate da Sixt von Trautson, proprio per il suo forte impatto emotivo e politico, ebbe pure alta valenza artistica, immortalato come fu dal grande Tiziano in una grande tela voluta per la sala del Maggior Consiglio a Palazzo Ducale a Venezia e purtroppo finita distrutta nel disastroso incendio del 1577. Per celebrare i 500 anni di quel fondamentale avvenimento si era tenuto il 26 settembre 2009 un convegno presso la Magnifica Comunità a Pieve di Cadore, intitolato appunto "La Battaglia di Cadore", a cura della Fondazione Centro Studi Tiziano e Cadore e con il coordinamento scientifico del prof. Lionello Puppi. Lo stesso Puppi e Giandomenico Zanderigo Rosolo presenteranno il volume degli atti di quel convegno sabato a S. Vito di Cadore, nella sala conferenze, alle 21. Ricordiamo per inciso che il volume, nell'intervento di Renzo Fontana (pag. 209), tratta anche della chiesa della Difesa di S. Vito, precisamente della decorazione absidale, che, seppur in cattivo stato di conservazione, presenta la figura della Vergine con il Bambino e con la spada in pugno assieme ai Santi Vito e Floriano. Alle spalle si intravedono i castelli di Pieve e Botestagno e vari cavalieri impegnati in una mischia. Diverse le spiegazioni addotte: c'è chi ha voluto vedere il tutto come un intervento di S. Floriano che avrebbe intimato al Trautson di risparmiare il paese, mentre altri lo interpreta come un miracolo della Vergine che confonde i soldati tedeschi e li induce ad uccidersi a vicenda, o addirittura pensa trattarsi di una disfida avvenuta presso Rovereto nel 1487. Insomma, motivi di interesse squisitamente locali non mancano per la presentazione di S. Vito, relativa ad un avvenimento che davvero costituisce uno snodo fondamentale della storia cadorina.
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