Kraler, sei negozi e il nome pure sui taxi per una scommessa che è ormai vinta

cortinaImpossibile ormai passeggiare per Cortina senza incrociarne il nome, sulle vetrine dei negozi o sulle carrozzerie dei taxi. Franz Kraler è infatti popolarissimo a Cortina ed il merito è in...

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Impossibile ormai passeggiare per Cortina senza incrociarne il nome, sulle vetrine dei negozi o sulle carrozzerie dei taxi. Franz Kraler è infatti popolarissimo a Cortina ed il merito è in larga parte di Daniela Olivieri, la moglie, che con lui condivide, da oltre 30 anni, vita, professione, strategie imprenditoriali.

«A Cortina siamo presenti dal 2004 – spiega Daniela – con l’acquisizione del primo negozio, quello storico di Ghedina Foto al n. 107 di Corso Italia. Fu un’occasione perché allora non pensavamo assolutamente di uscire dai confini di Dobbiaco, la nostra casa madre. Ed invece oggi abbiamo sei negozi a Cortina ed uno anche a Bolzano».

Avete intenzione di crescere ancora?

«No, al momento non abbiamo ipotesi di nuovi punti vendita, anche se ci piacerebbe diversificare. Abbiamo corso molto in questi anni, anche per cogliere occasioni che si sono presentate e che sarebbe stato un peccato perdere. Ma ora abbiamo davvero bisogno di consolidare questa crescita tumultuosa, che ci ha portato ad un fatturato di 57 milioni di euro nel 2017, in crescita del 26% rispetto al 2016, che avevamo chiuso con 45 milioni (38 milioni nel 2015, ndr). Mentre il primo semestre di quest’anno è in linea con quello dei dodici mesi precedenti».

Come è partita la vostra avventura imprenditoriale?

«Ho sempre amato il lusso – confessa Daniela Olivieri – anche se ovviamente allora non potevo comprarmi le cose che vendo adesso. Ho fatto un’analisi della zona di Dobbiaco: un vero paradiso, con tanti turisti facoltosi, ma senza negozi all’altezza di questa clientela particolarmente benestante. Ed allora abbiamo deciso con Franz di investire, con un certo coraggio, in questo segmento di mercato».

Nasce così il primo multibrand del lusso in Alto Adige, con marchi di prestigio in un’ampia location, niente di meno che la dependance della dimora estiva di Francesco Giuseppe, trasformata in un gioiello d’architettura eco-sostenibile.

«Sì, proprio dove l’imperatore andava con la sua Sissy. Franz aveva comprato questo edificio mezzo diroccato e ne abbiamo fatto la nostra boutique, con uno spazio espositivo che attualmente è di 2. 500 metri quadrati».

Come siete partiti?

«Ho pensato innanzitutto a coinvolgere qualche ditta di nome, come Burberry, la scarpa inglese Church, il cachemire Malo, la sartoria napoletana Kiton, i filati di Loro Piana. Ho subito cercato di proporre il bello che dura nel tempo».

Poi un vero boom quello di Cortina.

«Siamo partiti nel 2004 cogliendo un’offerta che ci era stata fatta. Ed ora è una vera e propria esplosione, perché oggi abbiamo 6 negozi. Abbiamo iniziato proponendo 5 griffe da uomo e 5 da donna, perché tutti gli altri marchi più prestigiosi erano già presenti in altri negozi. Oggi ne abbiamo complessivamente oltre 200, fra cui Valentino, Céline, Balenciaga, Chloé, Fendi, Gucci, Salvatore Ferragamo, Loro Piana, Givenchy, Burberry, Saint Laurent, Dolce&Gabbana, Prada».

Come si svolge il vostro lavoro?

«Andiamo negli showroom, a Parigi, Londra, Milano, Firenze, Roma, New York; facciamo un ordine; aspettiamo la merce e poi verifichiamo quanto il nostro gusto abbia incontrato quello della clientela. Che a Cortina è sempre più internazionale, attenta, esigente».

Come avete fatto a crescere così rapidamente?

«Tanto lavoro, tanta passione, un po’ d’occhio, ma soprattutto il nostro gusto. Poi abbiamo segmentato il mercato, con il Franz Kraler junior e con department store per la donna e per l’uomo, con marchi di eccellenza riconosciuti a livello internazionale e di ottima qualità».

Siete aperti anche la domenica?

«No, secondo noi i nostri dipendenti hanno tutto il diritto di stare in famiglia quel giorno, a godersi il meritato riposo».

Qualcuno dei clienti vip ?

«Da Riccardo Muti a Adriano Panatta, da Montezemolo alle famiglie Barilla, Zoppas, Moratti». —





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