Jacopo Cavagna nominato “alfiere della Repubblica”

Ha 17 anni, è cresciuto a Belluno e ora risiede con la famiglia a Rimini.Sarà premiato per l’innato senso civico: è volontario Unicef già da tre anni 

BELLUNO. C’è un pezzetto di Belluno nella cerimonia di oggi in Quirinale, nel corso della quale il presidente della Repubblica consegnerà il riconoscimento di “Alfiere della Repubblica” a 29 giovani italiani, che si sono distinti «come costruttori di comunità, attraverso la loro testimonianza, il loro impegno, le loro azioni coraggiose e solidali», come recita la motivazione. Uno di questi giovani si chiama Jacopo Cavagna, è di Belluno e ora residente a Rimini. . Jacopo è nipote di Romano Cavagna, primario all’ospedale di Belluno, ora in pensione, presidente dell’Associazione Mazziniana e membro della consulta di bioetica di Belluno.

Nella motivazione diffusa dal Quirinale si legge che Jacopo Cavagna, 17 anni, è «volontario dell’Unicef, tre anni fa ha deciso di ricostruire insieme ad alcuni amici il gruppo “Younicer – Young for Unicef” della sua città. Grazie al suo impegno, sono stati organizzati numerosi eventi di sensibilizzazione e di raccolta fondi, a sostegno della missione dell’Unicef. Ha riversato grande passione nel progetto “L’Officina del futuro dei giovani”, laboratorio per la partecipazione e l’impegno politico e sociale responsabile».

Nel complimentarsi per il riconoscimento, l’Unicef ricorda «l’innato senso civico, la disponibilità all’ascolto, e una propensione naturale all’aiuto degli altri, che hanno fatto di Jacopo un modello positivo di cittadinanza».

«Abbiamo appreso con grande commozione che il nostro volontario Unicef Jacopo Cavagna (di Rimini, 17 anni) è stato insignito dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, dell’Attestato d’onore di nuovo “Alfiere della Repubblica”», ha dichiarato il presidente dell’Unicef Italia Francesco Samengo. «È una notizia che ci rende particolarmente orgogliosi e felici, proprio perché viene premiato un ragazzo così giovane che si impegna per un futuro più giusto e solidale. I giovani rappresentano oggi il 25% della popolazione mondiale, ma il 100% del futuro».

Sul suo profilo facebook Jacopo ha scritto: «Ci tengo ancora una volta a sottolineare la collegialità di questo premio, un riconoscimento non per quello che ho fatto personalmente, ma un coronamento degli sforzi dell’impegno di tutti i giovani volontari italiani che fanno parte della grande famiglia Unicef. E, in questa occasione, sono felice di esserne portavoce».

A un giornale online di Rimini ha raccontato di aver iniziato piuttosto presto il suo impegno civile, a soli cinque anni, quando ha inviato una lettera al sindaco per chiedere una raccolta differenziata migliore, perché quella di Rimini non era proprio a livello di quella di Belluno.

La notizia di essere diventato un Alfiere della Repubblica gli è arrivata a scuola, il liceo classico, quando gli hanno chiesto di uscire dall’aula e ha pensato di aver combinato qualcosa.

Il suo impegno con l’Unicef è iniziato nel 2015, quando ha scoperto che a Rimini non esisteva più un comitato. Insieme agli amici ha ricostruito il comitato, organizzato raccolte di fondi, e iniziative come “L’Officina del futuro”, o l’impegno per i minori migranti non accompagnati. —

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi