«Io ho perso tutto: faccia, soldi e vita Ma ero in buona fede»

BELLUNO. Dai vertici di una società finanziaria che raccoglieva soldi a palate a rappresentante di gas. La parabola discendente di Roberto Bortolotto, 50 anni, ex responsabile della sede bellunese della Gd Consulting, ha conosciuto ieri uno dei punti più bassi: quando più volte, una risparmiatrice truffata, gli si è avvicinata per chiedere conto dei suoi soldi. «Io i soldi non li ho, signora», ha risposto, ostentando imbarazzato. Ma in quanti gli crederanno?
All’udienza di ieri mattina, la settima del processo “Gd Consulting”, la società d’intermediazione finanziaria italo-svizzera che ha bruciato oltre 50 milioni di euro, tra risparmi e soldi in nero, il teste più atteso era lui. Bortolotto ha già saldato il conto con la giustizia con un generoso patteggiamento a 5 anni di reclusione (tre dei quali indultati). Vestito con un impeccabile completo blu e cravatta, Bortolotto in aula non ha parlato tanto. Poco più di mezz’ora per spiegare com’era entrato nel dorato mondo della “Gd”, prima in Svizzera e poi in Italia. Alla fine, l’udienza è stata rinviata a mercoledì prossimo per la prosecuzione del suo esame. In attesa di entrare in aula, Bortolotto ha scambiato qualche battuta.
Bortolotto, che effetto le fa tornare a Belluno?
«Mi sento male perché penso a tutte quelle persone che hanno creduto in me e che hanno perso i loro risparmi. Tutto ciò non sarebbe successo se avessi saputo come funzionava veramente il meccanismo».
Ma se lei era il numero 2 dell’organizzazione. Come poteva non sapere?
«Che mi si creda o no, io ero straconvinto che tutti i soldi che venivano raccolti, venissero poi trasferiti al broker di Londra, la Amt Futures, per investirli nel mercato del Forex. Perché invece che a Londra, i soldi venissero nascosti in paradisi fiscali, questo lo dovete chiedere ad Addis Melaiu».
A proposito di Addis Melaiu, sa di essere il suo “cantante” preferito?
«Sì, ho letto la sua intervista e ciò che mi ha dato fastidio è che è stato scritto che io “spiattellai” tutto alla procura. In realtà, se ho deciso di collaborare è perché i soldi non erano dove dovevano essere».
Se avesse Addis Melaiu davanti cosa gli direbbe?
«Ad Addis non replico: le cose che ha detto si sentono solo nei film di mafia».
Se tornasse indietro cosa non rifarebbe?
«Non rifarei più quel lavoro. Ma nella vita, si sa, si pagano le conseguenze dei propri errori».
Com’è cambiata la sua vita dal maggio 2006?
«Faccio l’agente di commercio a Varese: vendo gas. Posso solo dire che ho perso tutto: la faccia, la vita, il denaro, i rapporti. Ora lavoro per vivere».
Ha mai ricevuto minacce?
«Minacce di morte con una busta piena di proiettili. Poi mi hanno anche svaligiato la casa dove vivevo a Lugano mentre ero in carcere».
Ha mantenuto rapporti a Belluno?
«Ho troncato ogni contatto».
Come risponde a chi sostiene che alla fine di tutta questa vicenda giudiziaria chi si godrà il “malloppo” saranno Addis Melaiu e Bortolotto?
«Che io non c’ho guadagnato nulla, ho perso anch’io un sacco di soldi. Quando abitavo qui avevo versato 100.000 euro come cauzione per comprare casa vicino a Conegliano. Li ho persi, perché mi hanno arrestato. I miei soldi non erano depositati in paradisi fiscali ma in banche e mi sono stati tutti sequestrati. Capite perché vi dico che anch’io, come tanti altri, ero in buona fede? Vorrei solo che i soldi venissero restituiti a tutti i clienti. Ma ciò non dipende da me».
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