Insulti via sms e poi la pace su un calciatore conteso

BELLUNO. Il derby tra procuratori di calcio finisce a parolacce. Ma nei tempi supplementari, davanti al giudice di pace Luigi Cavalet, la querela per ingiurie viene ritirata dal bellunese, rappresentato dall’avvocato Giorgio Gasperin, dopo le scuse del montebellunese Silvano Blanditi. Quest'ultimo pagherà le spese processuali, ma si è tolto la soddisfazione di piazzare il suo assistito Georges Douglas Petdji alla Pro Patria, dopo le stagioni nella Primavera della Sampdoria. C’è anche una notizia di calciomercato, quindi. Questo gioiellino camerunense di 19 anni, svezzato nel settore giovanile del Belluno, gli era stato conteso dalla controparte con quel meccanismo che si chiama accaparramento di clientela. Ecco perché Blanditi ha presentato un esposto, per cercare di far valere le sue ragioni, firmato anche dal suo legale di fiducia Francesco Rizzato.
Il conflitto tra professionisti comincia a maggio, alla fine della scorsa stagione. Blanditi ha già portato Petdji a Genova, dopo le stagioni nel vivaio cittadino e quella in serie D, come fuoriquota classe 1996. Viene informato dalla madre del ragazzo di un invito accolto a un colloquio nell’ufficio di un altro procuratore, che si propone di sostituirlo, perché a suo dire il talentino non era adeguatamente seguito. La donna declina, ma accetta un biglietto da visita, che dovrebbe servire in caso di ripensamento. Blanditi si arrabbia e la sua prima reazione è quella d’inviare dei messaggini al concorrente. Il testo del primo è «se vuoi tornare dalla famiglia di Georges a parlare male, prego. Siete dei poveri cristi». La risposta viene considerata ironica e provocatoria e allora ne parte un altro di sms: «Il riso abbonda nella bocca degli stolti e dei falsi. Buon lavoro, avete solo fatto una figuraccia». La parola usata non è proprio questa, però tanto basta.
Il destinatario si ritiene ingiuriato e presenta una querela, che diventa di competenza del giudice di pace, nella nuovissima sede di via Tasso.
Normale il tentativo di conciliare da parte di Luigi Cavalet, dopo aver sentito come testimone la madre del giocatore. È il suo compito e gli riesce tranquillamente: la parte offesa ritira la querela, perché bastano le scuse e l’udienza si conclude con una sentenza di non doversi procedere, in mancanza della condizione indispensabile di procedibilità. Stretta di mano e via. Il calciatore rimane nella scuderia di Silvano Blanditi, che nel frattempo l’ha piazzato alla Pro Patria, la società lombarda di Busto Arsizio, che gioca in Lega Pro. La squadra ha quella caratteristica maglia a strisce orizzontali biancoblù. Il passo successivo, dopo la conclusione della vicenda penale, è questo esposto, da vedere in cosa potrà concludersi.
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