Insulti razzisti, scontro dal giudice di pace

SEREN DEL GRAPPA. Dove arriva l’ironia, seppur becera, e dove l’insulto lo deciderà il giudice di pace Silvano Darugna il 3 luglio quando arriverà a sentenza il processo che mette di fronte Novelio Scopel e Cataldo Sproviero. Nelle mani del giudice ci sono le querele incrociate presentate dai due che si ritrovano dunque nella doppia veste di imputato e parte lesa. L’accusa è ingiuria e minaccia e i fatti risalgono all’agosto di quattro anni fa. In quel periodo Sproviero e Scopel si incrociano frequentemente nella frazione di Rasai: il primo lavora come operatore ecologico, il secondo è serenese ed è un esponente leghista.
Secondo le denunce presentate Scopel usa nei confronti di Sproviero toni razzisti del tipo «terrone, vai a lavorare», oppure «più alberi e meno terroni». Sproviero incassa e ribatte: «Sporchi leghisti». L’episodio oggetto del contendere in aula si sarebbe svolto all’altezza di un semaforo: Sproviero sta scaricando dell’immondizia, Scopel passa alla guida del suo veicolo e mostra una roncola con la quale mima dei gesti intimidatori. Tutto da verificare naturalmente, anche il legale di Sproviero ha chiamato a testimoniare un collega del suo assistito che si trovava nel camion per l’immondizia nel momento in cui si sarebbe svolto il fatto.
Ieri si sarebbe dovuta svolgere la discussione, ma vista l’ora tarda nel pomeriggio, il giudice Darugna ha preferito fare slittare quest’ultimo atto al 3 luglio. Sarà l’occasione per conoscere la ricostruzione del pubblico ministero Pellizzon e dei due avvocati.
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