“Insieme per Auronzo” dice sì solo al piano per il polo sportivo

AURONZO. Sì al progetto per il polo sportivo, no a quello per la ciclabile dei laghi. Il gruppo di minoranza “Insieme per Auronzo” ha fatto dei distinguo netti durante la votazione in consiglio comunale, lunedì sera, sui due piani da presentare per puntare ai finanziamenti del fondo Brancher.
Il gruppo di minoranza ha infatti accolto positivamente l’approvazione della convenzione per il “Progetto territoriale polo sportivo e valorizzazione turistica” che ha Auronzo come comune capofila con il progetto di riqualificazione dello stadio del ghiaccio, e coinvolge anche Lozzo, Domegge, Vigo.
Il progetto della ciclabile dei laghi tra Auronzo e Calalzo, sempre con i Comuni di Lozzo, Vigo, Domegge e Calalzo, è stato infatti bocciato dall’opposizione. I motivi li ha spiegati Walter Antoniol: «Il Comune di Auronzo, invece di ripresentare un progetto che già non aveva ottenuto i finanziamenti nel fondo 2011, avrebbe potuto presentare un proprio progetto al di sotto di 800.000 euro, come ad esempio la sistemazione della zona di Transacqua, quale punto di partenza per le ciclabili verso Misurina e verso il Centro Cadore, progetto peraltro già pronto in Comune nella sua versione definitiva. Così si rischia di perdere i finanziamenti per entrambi i progetti».
Il capogruppo di minoranza Tatiana Pais Becher ha invece voluto avviare già da adesso una riflessione con il gruppo di maggioranza in vista della programmazione per l’anno 2013. «Credo sia più che mai necessario», ha detto, « individuare una strategia di sviluppo per il futuro di Auronzo e del Cadore che investa in una politica dove la cultura e la formazione vengano ritenuti gli elementi cardine sui quali puntare per risolvere il problema che oggi maggiormente attanaglia la montagna bellunese: quello dello spopolamento e della fuga dei giovani cervelli verso la città e la pianura, dovuto principalmente alla minor offerta formativa, lavorativa, minor opportunità d’impresa, minori servizi e possibilità di svago che disincentivano la permanenza dei giovani in montagna».
«Già l’anno scorso avevo proposto alla giunta auronzana», ha detto Tatiana Pais Becher, «dopo averne discusso anche con il sindaco di Dobbiaco Bocher e con Enrico Borghi e Tommaso Dal Bosco dell’Uncem, la possibilità di elaborare un progetto di creazione di una “Università della montagna”, con l’obiettivo di promuovere e sperimentare metodologie operative specifiche per le caratteristiche, la complessità e le esigenze delle aree montane attraverso dei corsi di formazione, che potranno essere articolati in corsi di laurea triennale o in un master specifico».
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