Infortunio sul lavoro assolto capo di Enel

BELLUNO. Il fatto non sussiste. Assolto. L’ingegnere dell’Enel, Guido Cadorin ha ottenuto una formula più piena di quella che aveva chiesto il pubblico ministero (la richiesta era, invece, perché il...

BELLUNO. Il fatto non sussiste. Assolto. L’ingegnere dell’Enel, Guido Cadorin ha ottenuto una formula più piena di quella che aveva chiesto il pubblico ministero (la richiesta era, invece, perché il fatto non costituisce reato), a proposito di un infortunio sul lavoro capitato a Valentino Prest: l’addetto si era visto cadere addosso un armadio da trecento chili, che stava trasportando con un carrettino apposito, lamentando problemi al rachide, cioè alla colonna vertebrale per ben 80 giorni di prognosi.

Ma sapeva bene del pericolo che stava correndo, gli era stato detto di non rischiare e non poteva neanche dire di non aver ricevuto un’adeguata formazione in proposito. L’avvocato difensore Sandro De Vecchi, che aveva chiesto il rito abbreviato condizionato e, quindi, le porte dell’aula Pajardi chiuse è uscito molto soddisfatto, dopo aver ascoltato la sentenza del giudice Antonella Coniglio: non si può nemmeno parlare di fatto, perché, appunto, non sussiste.

L’infortunio risale al 22 aprile di due anni fa. Un camion parcheggia davanti alla sede Enel di via del Candel, nella zona industriale cittadina. Ci sono degli armadi da sistemare, ma anche un pendio da superare con quello che si chiama transpallet. Una specie di muletto, insomma. Prest si mette al lavoro, con la consapevolezza di correre un rischio, ma anche con tutte le conoscenze necessarie a fare in modo che non gli succeda niente. Uno dei mobili lo schiaccia e i danni fisici sono tutt’altro che irrilevanti. Perché i medici gli daranno quasi tre mesi di prognosi. Ma scatta anche un procedimento disciplinare, perché era stato avvertito che la manovra non era corretta dal responsabile dell’Unità organizzativa di zona, Cadorin.

Decisiva la testimonianza di Renzo Candeago, che ha spiegato che non mancava la formazione agli addetti, in più Prest aveva agito, pur sapendo che non era il caso. Il giudice ha assolto Cadorin, perché il fatto non sussiste. (g.s.)

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi