Infermieri in prestito alle Rsa Nursing up boccia la proposta

belluno

«Pur comprendendo che le case di riposo sono in difficoltà per la carenza di infermieri, è bene che si sappia che i 103 professionisti che l’Usl sta per assumere rappresentano soltanto il 70% del fabbisogno dell’azienda per gestire le molteplici attività legate al Covid».

A parlare è Lorella Vidori, referente del sindacato del Nursing up provinciale. «La situazione critica in cui si trova la provincia per quanto riguarda la mancanza di queste figure professionali, dipende da una programmazione universitaria e politica che non ha tenuto conto in questi anni delle reali necessità dei territori. Nella nostra Usl servono 157 infermieri per poter garantire il servizio richiesto per le aree Covid, ma anche per la normale attività che, a differenza della primavera scorsa, oggi continua, seppur con alcune limitazioni».

Vidori fa presente che «finora il sistema è andato avanti con 157 professionisti in meno per la buona volontà e la dedizione degli operatori. In questi mesi siamo stati spremuti come limoni per poter fare tutto quello che serviva. Ci è stata chiesta un’elasticità pazzesca per andare da un reparto all’altro. Siamo stati chiamati a creare équipe nuove, abbiamo dovuto cambiare tante volte il nostro sistema di lavoro. E abbiamo visto morire tante persone, persone che avevano un volto e una storia. Sono cose che toccano profondamente le nostre anime, le nostre vite».

«Molti di noi, precisa Vidori, «nella prima ondata sono ricorsi al sostegno della psicologa ospedaliera per condividere le loro sofferenze e anche oggi molti soffrono di insonnia, dormono male, sono sfiduciati. La situazione che stiamo vivendo ormai da febbraio, oggi sembra non finire mai. Non si riesce a vedere la luce alla fine del tunnel».

«Le ferie», sottolinea la referente del sindacato degli infermieri, «ci sono state sospese e molti di noi hanno usufruito di queste pause, magari ridotte, solo durante l’estate. Per questo dico che, se ora arrivano i rinforzi, non possiamo certo farceli scappare». E rivolgendosi alle case di riposo conclude: «Comprendo il disagio di chi lavora in queste strutture, ma non possiamo restare senza queste nuove forze». —



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