Incendio devasta la vallata agordina due amici intrappolati nell’inferno

Il vento abbatte un albero sulle linee elettriche e scoppia l’inferno: un unico fronte che arriva fino alla Valle di San Lucano

TAIBON

È un fronte di fiamme di circa tre chilometri e mezzo, dalle cime sopra Cencenighe alla seconda Pala di San Lucano. Parte alto, si abbassa fino quasi al livello dell’alveo del Cordevole, poi si rialza e gira verso la Valle di San Lucano e minaccia di scendere di nuovo. Quando è ormai buio ci si rende conto di quanto vasto sia l’incendio scoppiato ieri in basso Agordino: dal cordone che corre quasi parallelo al torrente alle tante luci sparse nel bosco. È lui la causa del fumo propagatosi in tutta la provincia, e che è arrivato dopo un’ora e mezza a Venezia, nel corso del pomeriggio.

Sono le due e mezza circa, infatti, quando a Listolade, frazione del Comune di Taibon, si avvertono i primi segnali dell’incendio originatosi nel bosco sopra le ultime case di Cencenighe (zona Mez Canal). Un albero è caduto sulle linee elettriche e ha determinato quello che quattro ore dopo fa attivare il Coc e riunire un vertice in municipio a Taibon al quale partecipano il prefetto, i sindaci di Taibon e di Cencenighe, i responsabili del servizi forestali regionali, i vigili del fuoco, i carabinieri, il soccorso alpino, la protezione civile. C’è da capire che fare. Perché fuori il vento continua a farla da padrone.

È al vento che si deve se l’incendio in poco tempo si è esteso così tanto. E anche al cielo che da un mese a questa parte non ha fatto cadere una goccia di pioggia. A tutto questo non avevano pensato i due giovani escursionisti partiti in mattinata e rimasti intrappolati in mezzo al fuoco. Per loro sarà una nottata di passione. Ma lo sarà anche per le persone nel fondovalle.

Alle 17.30 Gino, quasi novant’anni, guarda in su da Prombianch, lungo la strada che porta in Valle di San Lucano. “Questa notte non si dorme”. Lo dice perché a due passi c’è la sua casa e nell’ultima mezz’ora le fiamme si sono abbassate. Alle 18 i servizi forestali regionali vanno in sopralluogo a cercare di capire quale sarà il lavoro che inizierà il giorno dopo e terminerà non si sa quando. Un’ora dopo la polizia locale parte assieme ad alcuni vigili del fuoco per passare casa per casa nelle frazioni dei Coi, di Villanova, di Peden per raccomandare alla gente di rimanere all’interno delle abitazioni, di tenere chiuse porte e finestre, di spegnere eventuali apparecchi per il ricircolo dell’aria dall’esterno. Un’aria che, infatti, fuori è a tratti irrespirabile. L’invito è anche a lasciare libere le vie di comunicazione per non ostacolare le operazioni delle autorità coinvolte. La curiosità è già stata pagata nel pomeriggio quando in tanti all’uscita della galleria hanno immortalato lo spettacolo macabro del fuoco che divorava la costa a monte del Cordevole. Un fuoco così basso difficilmente si è visto da queste parti. Quello del Monte Celo di qualche anno fa è stato devastante, ma era lontano. Qui è a due passi. Se si percorre a piedi la vecchia strada che porta a Cencenighe le lingue di fuoco saranno a una cinquantina di metri. Così vicine agli agordini le hanno fatte vedere solo i registi dei film. Più lontane sono quelle sulla seconda Pala, ma il sottofondo del Tegnas fa sentire il crepitìo del fuoco e il rumore dei sassi.

Che fare dunque? Alle 19.10 il Prefetto lascia il municipio. La decisione presa è quella di affidare ai vigili del fuoco il presidio del fronte dell’incendio. Si è infatti valutato che le fiamme sono a una distanza tale da non rendere necessaria un’evacuazione. Qualora questa si rendesse necessaria sono state comunque valutate le abitazioni eventualmente interessate e la tipologia di persone che vi abitano. I vigili del fuoco escono: una decina le postazioni da cui sarà possibile illuminare il fronte. Restano il sindaco, il vicesindaco e gli impiegati comunali. Arrivano telefonate di mamme che il giorno dopo non manderanno all’asilo i bambini. Sindaco e vice di Falcade si dicono pronti ad attivarsi qualora servano alloggi e lo stesso fa Luxottica che ha messo a disposizione anche i suoi pulmini. Tutti si augurano che non servano. —



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