Incendio all’hotel Majoni «Mancavano documenti»
CORTINA. Majoni, quasi sette anni fa il rogo. Sta per arrivare in fondo il processo per l’incendio dell’hotel di Cortina del 28 dicembre 2011. Nell’udienza di ieri, davanti al giudice Feletto, c’è stato l’esame degli imputati: Angelo Comin (difeso da Lorenzon), che realizzò l’impianto di rilevazione e la segnalazione manuale in assenza di un progetto obbligatorio dal 1990; il direttore Roberto Mazzotti (Bonfantini), per non aver visionato le procedure del ripristino dell’impianto di rilevazione e tacitato il sistema; il tecnico della Piave antincendi Stefano Bars (Dal Pozzolo), per aver attestato positivamente i controlli dell’impianto, senza il progetto e la verifica sull’efficacia delle segnalazioni; il presidente trevigiano del consiglio di amministrazione, Efrem Erasmo Zanchetta (Trotta), per aver proseguito l’attività senza il progetto, tralasciato la formazione del direttore e per non aver isolato le varie vie di comunicazione.
Significativa soprattutto la deposizione di Mazzotti, che ha spiegato di non aver mai trovato né il manuale della centrale antincendio né documento valutazione dei rischi specifico e generale. La sera del 28, stava dormendo, quando è stato svegliato dal portiere di notte per la presenza di fumo nei piani alti. Man mano che saliva, il fumo diventava più denso. Non è stato lui a chiamare i vigili del fuoco, perché ci aveva già pensato un ospite: «Mi sono messo a loro disposizione. Meno male che non ci sono stati feriti».
Una cicca avrebbe scatenato le fiamme, ma l’allarme dell’hotel non aveva suonato, perché zittito pochi giorni prima dopo il clamore provocato da un toast bruciato al bar. Non manca più molto alla sentenza, a quasi sette anni dai fatti. (g.s.)
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