In vacanza sulle Dolomiti per pescare le specie pregiate

Ci sono appassionati che arrivano perfino dal Nordamerica per pescare il luccio nel lago di Centro Cadore. E altri che si sobbarcano ore di volo per la trota sul Piave.
I pescasportivi sono addirittura più numerosi dei cacciatori. Risultano infatti tremila, distribuiti in 12 bacini: Comelico Alto Piave, Ansiei, Valle del Boite, Centro Cadore, Agordino, Maè-Piave, Alpago, Piave, Piave Cordevole, Acque feltrine, Corlo e Cismon. Attorno a questo mondo si sta sviluppando una nuova forma di turismo, con ricadute anche economiche.
Permessi di pesca
Basti pensare che un permesso di pesca per 20 giornate viene fatto pagare all’ospite 120 euro in Comelico, cinque giornate al lago in valle dell’Ansiei costano 55 euro, il giornaliero in Val Boite 20 euro, 80 euro per cinque giornate in Centro Cadore, 120 euro per 15 giornate consecutive in Agordino e via differenziando. In Alpago, per esempio, il giornaliero costa solo 15 euro, 20 euro, invece, nel vicino bacino del Piave, altrettanti in quello Piave-Cordevole, 50 euro il plurigiornaliero per 8 giornate nelle Acque feltrine. Grossomodo lo stesso nel Corlo e Cismon.
La pesca dunque muove già presenze turistiche. Ma può diventare ancora di più una proposta per le vacanze? La risposta è sì, a sentire la Dmo.
«La provincia di Belluno offre una delle più ricche aree di pesca a livello regionale e nazionale, con un numero elevato di appassionati che ogni anno visitano i nostri territori per vivere questa bellissima esperienza», afferma Valentina Colleselli, direttrice Dmo Dolomiti Bellunesi.
«Pesca sportiva e outdoor sono componenti fondamentali di quello che potremmo chiamare “pacchetto ambiente”, quindi prodotto turistico e di valorizzazione del territorio», conferma dal canto suo Michele Dal Farra, presidente di Longarone Fiere Dolomiti.
Le concessioni
Dal punto di vista dell’offerta sportiva la Regione ha recentemente presentato il Portale Cartografico Interattivo della Carta Ittica regionale, uno strumento utile ai pescatori per accedere in modo semplice e immediato a una serie di dati cartografici tra i quali le aree di pesca, i campi gara, le zone di semina, le zone di riposo biologico, e simili.
«Grazie al recente rinnovo delle concessioni relative alla gestione dei bacini, la Provincia di Belluno», fa sapere il presidente Roberto Padrin, «ha avviato un tavolo di lavoro coordinato, che porterà il territorio e gli enti gestori a collaborare per uno sviluppo sempre più integrato di questo importante prodotto sportivo con il sistema turistico provinciale, in un’ottica di co-programmazione e co-progettazione».
All’interno di questo percorso, spiega ancora Colleselli, «la Provincia collaborerà quindi con la Fondazione Dmo Dolomiti Bellunesi, ente preposto alla gestione e promozione turistica della destinazione Dolomiti Bellunesi, per lo sviluppo di un’offerta turistica dedicata agli utenti, sportivi e visitatori, italiani e stranieri, interessati a questa attività sportiva, che offre l’opportunità di una conoscenza inedita del territorio e del suo patrimonio naturalistico, oltre che dell’importante biodiversità offerta dai nostri corsi d’acqua».
In fiera a Longarone è stata tra l’altro illustrata l’esperienza dei bacini di pesca e i nuovi sistemi di prenotazione digitale.
E poi, panel specifico sulla pesca sportiva come proposta turistica e di vacanza: il ruolo delle guide e degli esperti, e l’utilizzo di servizi digitali integrati per il turista e gli enti di bacino. L’esperienza della pesca, con i piedi all’asciutto. Sul divano di casa o seduti in poltrona.
Grazie alla collaborazione con Fipsas in Fiera sono rimasti attivi due simulatori multimediali di pesca a mulinello e postazioni per la pesca magnetica.
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