In trecento all’Orsera tra musica e immagini per rilanciare la valle

Riuscita la manifestazione, ora si arredano gli appartamenti I gestori: «Peccato solo per l’assenza dell’ente Parco»
Laura Milano

CESIOMAGGIORE

Dopo i seicento e più partecipanti della Selvarega che hanno fatto tappa, a più riprese, in Orsera, l’appuntamento di domenica “Immagini e musica nel cuore selvaggio delle Dolomiti bellunesi” ne ha riunite oltre trecento. Con i debiti distanziamenti, su tutte le panche di cui dispone Orsera, i partecipanti si sono trattenuti fino a mezzanotte, fra le melodie celtiche, foto di viaggi in Paesi lontani e i ristori appetitosi che i gestori Jeki e Gabriella hanno confezionato.

«Il Comune ci ha fornito un telo per la proiezione che ha funzionato da maxischermo e le persone hanno potuto trovare posto sotto il gazebo», spiega Jeki. «La manifestazione che ha unito musica e immagini è stata un successo di partecipazione e di interesse. Anche perché ha risposto alle aspettative di chi, nella valle, continua a voler trovare cose semplici, ma anche qualche elemento di novità, come gruppi etnici che evocano mondi non a tutti conosciuti».

E intanto, all’Orsera, alla fine del mese gli appartamentini della casetta per il turismo familiare e accessibile saranno arredati e pronti a essere affittati. Anche di questo, oltre che dell’area camper attrezzata, si occuperanno i gestori che hanno portato in Val Canzoi la loro esperienza di ristorazione di montagna. Non mancano altre idee: «Nella settimana dall’8 agosto al 14 compreso dovremmo avere ospiti gli scout di un gruppo di Mestre», annunciano i gestori. «Per il loro attendamento mettiamo a disposizione il prato antistante Orsera, che abbiamo trasformato in giardino, e i bagni di Orsera che sono nuovi a funzionali. Si è concordato di non chiedere soldi, nemmeno per un canone simbolico. A una condizione: quella che i ragazzi sistemino un sentiero, di quelli che fanno parte delle pertinenze o immediate vicinanze di Orsera».

Fra le ipotesi per favorire il turismo sostenibile, c’è anche quella di tenere alcuni cavalli per un’equitazione rispettosa. Unico neo, sottolineato da Jeki è la scarsa partecipazione del Parco. «Quello che si nota, anche in maniera evidente stando alle condizioni in cui versa la Santina dove non è stato fatto nemmeno lo sfalcio del prato antistante, è un interesse scarso da parte dell’ente che non si fa vedere, nemmeno con rappresentanze, alle manifestazioni. Peccato». —



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