In soli due anni perse 50 edicole in provincia Ed altre sono a rischio

In due anni perse 50 edicole nella provincia di Belluno. E il trend per i prossimi anni parla di un calo costante. Per arginare questo fenomeno, nei giorni scorsi i vertici nazionali dello Snag Confcommercio (Sindacato nazionale autonomo giornalai) si sono recati a Roma per parlare col ministro per i Rapporto col Parlamento, Federico D’Incà.
«Fino a due anni fa, nel Bellunese», sottolinea Fabio Callegher, vice presidente italiano e referente del comparto per il Feltrino, «le edicole erano 230, mentre ora sono 180. Un calo che si distribuisce in maniera uniforme sul territorio. E questo per effetto non solo del mancato ricambio generazionale alla guida delle attività commerciali, ma anche dei ridotti margini di guadagno dovuti anche al forte calo delle vendite dei giornali». A creare criticità nel settore è stato soprattutto l’arrivo del digitale e dei social. «Serve un intervento coordinato ed urgente da parte di tutte le istituzioni per arginare la crisi della rete di vendita di giornali», ha precisato al ministro, il presidente Andrea Innocenti, che poi ha evidenziato la situazione a livello nazionale. «In media, ogni giorno 3-4 edicole chiudono per sempre i battenti. Solo 2019 hanno chiuso tra Veneto e Friuli Venezia Giulia 72 edicole. Sono numeri drammatici: senza misure urgenti, nel 2020 altre 1000-1500 rivendite nel Paese saranno costrette a scomparire nel nulla. Con questo trend nei prossimi anni sono a rischio circa 10 mila edicole. Al di là dei drammatici riflessi imprenditoriali e occupazionali, la crisi della rete di vendita mette in pericolo il diritto all’informazione dei cittadini: senza edicole non c’è garanzia di pluralismo nell’informazione a mezzo stampa».
Undici le proposte che lo Snag ha presentato al ministro per salvare le edicole. «Serve uno sforzo anche degli editori visto che aspettiamo da 15 anni il rinnovo delle condizioni economiche di fornitura», dice lo Snag. «Servono interventi di sostegno urgenti, bisogna sostenere la domanda di prodotti in edicola attraverso incentivi fiscali e diversificare i prodotti e i servizi che le edicole possono offrire al pubblico rimuovendo i tanti ostacoli burocratici. Bisogna contrastare gli abusi di posizione dominante da parte della distribuzione locale e utilizzare tutte le risorse e i fondi comunitari, nazionali e regionali per sostenere questa rete di prossimità eccezionale a vantaggio dei cittadini, promuovendone la modernizzazione. Bisogna sostenere lo sviluppo tecnologico dei punti vendita e la loro informatizzazione su base nazionale. La parola chiave però è rapidità. La rete di vendita sta morendo e servono misure urgenti», ha sollecitato il sindacato di categoria.
Il ministro D’Incà si è impegnato, quindi, a presentare le istanze al sottosegretario all’editoria onorevole Martella, «consapevoli dell’importanza che le edicole svolgono nei territori, sia nei urbani sia nelle aree interne». —
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