In provincia 20 ettari a canapa industriale

BELLUNO. La canapa industriale è sempre più diffusa in provincia. Sono una ventina gli ettari coltivati nel Bellunese, diffusi da Longarone al Feltrino, passando per l’Alpago, Sedico, Santa Giustina, Belluno, Ponte nelle Alpi e Lentiai e arrivando fino in Cadore. In maggioranza sono piccoli coltivatori che hanno deciso di sperimentare la coltivazione di un prodotto che fino a settant’anni fa era molto diffuso anche nel Bellunese, ma non mancano le aziende che stanno investendo nella canapa industriale.
Diversa, ed è bene precisarlo, dalla pianta dalla quale si ricava la cannabis, perché i livelli di principio attivo (il thc) sono molto più bassi. Con la canapa, inoltre, si possono fare moltissime cose: a Domegge ci fanno perfino la pizza, usando la farina che si ricava dalla pianta. Qualcuno ci fa la polenta e i biscotti. Ma con la canapa si possono fare vestiti, cosmetici, senza trascurare gli utilizzi nel campo della bioedilizia. «I numeri in provincia di Belluno sono piccoli ma interessanti», spiega Paolo Cacioppo, coltivatore che aderisce al progetto Socialità contadina, nato all’interno della Casa dei beni comuni per valorizzare la coltivazione della canapa industriale. «Ma io penso sia il prodotto del futuro».
I coltivatori possono affidarsi a laboratori specializzati per la trasformazione del prodotto, mentre per la raccolta due anni fa è stata acquistata in modo collettivo una mietitrebbia parcellare, che consente di agevolare e velocizzare l’operazione. Domani Socialità contadina si ritroverà in assemblea per proporre alcune modifiche al regolamento sperimentale che finora ha regolato l’utilizzo della macchina da parte di tutti i soci. Viene usata soprattutto dai piccoli coltivatori, chi ha campi più estesi utilizza macchinari più grandi.
L’assemblea inizierà alle 14.30, alla Casa dei Beni Comuni a Spazio Ex (la ex caserma Piave) ed è aperta a tutti i soci e alle persone che possono essere interessate al tema. Dalle 13 ci sarà invece la possibilità di scambiare e confrontarsi sulle semenze del periodo, difese e protette dai piccoli agricoltori del territorio che stanno cercando di preservare la ricchezza della biodiversità del territorio.
«La coltivazione della canapa industriale è un’occasione per il nostro territorio», conclude Paolo Cacioppo. «Offre opportunità anche lavorative e potrebbe essere uno strumento per contrastare lo spopolamento. Ma è anche un’occasione per riscoprire le sementi tradizionali, che sono state abbandonate ma da qualche anno sono state reintrodotte e stanno prendendo sempre più piede». Per informazioni su Socialità contadina e sull’assemblea di domani si può contattare Paolo (334 8669108). (a.f.)
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