In fumo nella notte l'After Hour E' giallo sulle cause del rogo ma non si esclude un «corto»

I vigili allertati da due avventori che erano andati lì verso le due e hanno scoperto il rogo. Massimo Sesso: «Avevo chiuso prima»
Vigili del fuoco intervenuti in forze la notte scorsa per spegnere l’incendio di Taibon
Vigili del fuoco intervenuti in forze la notte scorsa per spegnere l’incendio di Taibon
 
TAIBON AGORDINO.
In fumo l'After Hour, il pub alle porte della valle di San Lucano, un tempo Baita alle Peschiere: intorno alle 2.15 della notte tra giovedì e ieri, due avventori che pensavano di trovare ancora aperto, hanno visto le fiamme alte e hanno dato l'allarme.  Si temeva per il gestore, Massimo Sesso, 39 anni che potesse essere all'interno, in quanto ogni weekend si fermava a dormire per aprire presto l'indomani, ma fortunatamente era a casa, con madre e sorella. Dello storico locale, di proprietà comunale e dato in gestione-affitto ai fratelli Massimo e Cristina Sesso, non è rimasto nulla o quasi: tutto bruciato. E si indaga sulle origini del fuoco: una relazione sarà spedita in procura.  E' giallo sulle cause che hanno innescato le fiamme.  I vigili del fuoco non escludono il corto circuito ma i gestori non escludono invece qualche «dispetto» di giovani «che rompono le scatole», come afferma uno dei fratelli.  Si è capito che le fiamme sono partite dall'interno, nella zona bar o in prossimità di questa: zona dove ci sono congelatore e frigo, macchina da caffè, attrezzature alimentate dalla corrente elettrica.  I muri in cemento hanno fatto sì che le fiamme interessassero meno sala da pranzo e seminterrato, ma il resto dell'After Hour era tutto di legno e il grado di danneggiamento è dipeso in particolare dal materiale che ha permesso al fuoco di propagarsi celermente e in maniera pressocchè devastante.  I vigili del fuoco sono intervenuti in forze: 24 unità tra i vigili permanenti dei distaccamenti di Agordo e Belluno, e i volontari di Agordo e Canale. Due le autoscale impiegate, tre le autobotti, più un carro aria e tre Aps: quando i vigili sono arrivati sul posto (situato fuori dal paese, all'attacco della valle di San Lucano, in mezzo al bosco), le fiamme erano generalizzate. Partite dal bar/pizzeria, si sono propagate in maniera diversa lungo tutta la struttura. I vigili hanno lavorato fino a ieri intorno alle 9.30, poi sono tornati a più riprese per le indagini. Il locale, essendo isolato, aveva anche un sistema di videosorveglianza che però giovedì sera era disattivato. Ingenti i danni: si parla di 200/250mila euro per una struttura che avendo 40 anni circa non era vincolata, ma fatta completamente in legno. Sul posto anche i carabinieri di Agordo che stanno svolgendo indagini in stretta collaborazione con i funzionari dei vigili del fuoco che sono tornati sul posto per capire l'origine delle fiamme. Non si ritiene ci sia stata una causa «esterna»: il fuoco sarebbe partito dall'interno, motivo per cui i vetri sono esplosi verso l'esterno del locale. Non si esclude nulla, fanno capire i periti dei vigili del fuoco, ma il grado di distruzione, notevolissimo a causa dei materiali altamente infiammabili, non permette di escludere alcunchè a priori. I vigili stanno quindi attendendo i riscontri su due o tre elementi per essere più precisi e relazionare alla procura quanto accaduto: le ultime operazioni di smassamento dovrebbero consentire maggiori dettagli.  Sul posto ieri anche il sindaco Loretta Ben (lo stabile è di proprietà comunale): il Comune ha emesso un'ordinanza, l'area è interdetta e la struttura è inagibile. Il sequestro penale per ora non è stato disposto ma si attendono gli esiti delle indagini.

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