Imu e Tasi, stangata sui pannelli solari

Gli impianti fotovoltaici possono far aumentare il valore catastale dell’immobile: 1.800 situazioni a rischio nel Bellunese
21 May 2010, Boulder, Colorado, USA --- Solar panel installation, Boulder, Colorado. --- Image by © Topher Donahue/Aurora Photos/Corbis
21 May 2010, Boulder, Colorado, USA --- Solar panel installation, Boulder, Colorado. --- Image by © Topher Donahue/Aurora Photos/Corbis

BELLUNO. Il lato oscuro dei pannelli solari passa per la rendita catastale. I bellunesi che hanno scelto il fotovoltaico sono a rischio stangata dopo che l’Agenzia delle Entrate, con la circolare 36/E dello scorso dicembre, ha chiarito la qualificazione da dare agli impianti fotovoltaici ai fini catastali e della fiscalità in generale. D’ora in poi gli impianti potrebbero essere considerati a tutti gli effetti beni immobili, con il rischio di ripercussioni nel calcolo di Imu e Tasi.

Gli effetti si potrebbero avere sia su famiglie che su imprese del Bellunese. Nel corso degli anni il Conto Energia, il programma che incentiva l'energia elettrica prodotta da impianti fotovoltaici connessi alla rete elettrica, ha consentito l’installazione di oltre 3200 impianti in provincia di Belluno. Da Agordo a Vodo di Cadore, tutti pazzi per l’energia solare.

Ma ora l’entusiasmo rischia di venire smorzato dalla circolare dell’Agenzia delle Entrate sulla quale regna ancora il caos assoluto. La prima, importante, differenza, interessa le aziende ed è sul piano fiscale. Prima della circolare un’impresa proprietaria di un impianto fotovoltaico ammortizzava una quota pari al 9% del costo dell’impianto. Ora va applicata l’aliquota per i beni immobili, cioè quella del 4%, ma con un periodo di ammortamento più lungo, fino a 25 anni.

Diverso è il discorso sul piano catastale che non riguarda solo le imprese. Anzi. Ad eccezione degli impianti industriali di grandi dimensioni, che hanno un valore catastale a sé stante, gli impianti di servizio sul tetto non devono essere accatastati autonomamente e in alcuni casi possono modificare la rendita catastale degli stessi edifici su cui sono installati. Con dirette conseguenze sul calcolo dell’Imu e della Tasi.

Prima di aprire il portafoglio, però, c’è ancora una speranza. Anzi due. La prima scrematura riguarda la potenza dell’impianto fotovoltaico. L’aggiornamento delle rendite catastali riguarda infatti solo gli impianti superiori a tre kilowatt. «Quasi tutti quelli familiari sono inferiori o uguali a questa soglia» spiega Adolfo Bortoluzzi, impiantista, «quindi dovrebbero essere esenti». In provincia di Belluno gli impianti che superano questa soglia sono però quasi 1800.

Il secondo discrimine richiederà, probabilmente, l’aiuto di un esperto. L’aumento della rendita catastale si applica infatti solo se l’installazione dell’impianto fa aumentare del 15% o più la rendita catastale dell’immobile. Una giungla burocratica per la quale l’Agenzia del Territorio del Veneto sta predisponendo un vademecum.(v.v.)

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