Il vintage in via Tezze “L’anatra felice” debutta domani

La titolare Martina Todesco è fiduciosa «Sarà un negozio per appassionati» 

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Trasformare passione in lavoro. Questo lo spirito con cui domani aprirà in via Tezze “L’anatra felice”, il negozio vintage della feltrina Martina Todesco. Una scommessa nella quale la titolare crede, a dispetto del momento non semplice per tutte le piccole attività commerciali, soprattutto con l’emergenza legata alla pandemia ancora in corso. Si riaccende dunque la vetrina di un luogo storico per la strada e la città, quella che per decenni ha ospitato il barbiere Pugliese e a seguire il suo discepolo Romolo, che quando decise di andare in pensione non trovò nessun giovane disposto a rilevare l’attività molto ben avviata.

Ora si cambia, radicalmente, con un allestimento fatto di oggetti, componenti d’arredo e accessori che la titolare ha nella sua collezione personale in attesa di rimpolpare l’assortimento con altri oggetti particolari che intende scovare nei mercatini dell’antiquariato. Perché Martina Todesco la passione per le cose antiche, da rigenerare e ricollocare nelle case ce l’ha sempre avuta. «Da bambina frequentavo le case delle nonne e mi piaceva vedere gli oggetti che le arredavano. Da allora mi è rimasta la passione per le cose antiche e vissute. Frequento i mercatini e ho fatto anche l’espositrice», dice mentre sta completando l’allestimento del piccolo negozio. «Era da tempo che avevo questa idea, e alla fine mi sono decisa anche se sono conscia che il momento è difficile per tutti. In passato ho fatto diversi lavori e negli ultimi anni ero Oss in casa di riposo. Ora parte questa nuova avventura. Aprirò domani, un po’ in sordina, aspettando di poter organizzare più avanti una inaugurazione vera e propria».

Intanto qualcuno già bussa ed entra per chiedere informazioni sul negozio: È un buon segno«, afferma Martina, «vedo che c’è una certa curiosità su quanto sto facendo. Spero sia di buon auspicio. La mia idea, oltre a vendere gli oggetti esposti, è quello di creare una sorta di salottino per appassionati di oggetti vissuti. Mi piacerebbe creare uno spazio per il book crossing organizzato con una selezione di libri che posso gestire direttamente facilitando lo scambio tra lettori e una volta che la gente potrà tornare a incontrarsi vorrei anche creare degli appuntamenti dedicati alla lettura e alla poesia, facendo del negozio un contenitore anche la cultura».

Nello spazio espositivo ci sono quadri, specchi, servizi di piatti, porcellane e scatole: «Per adesso espongo ciò che fa parte della mia collezione, più avanti riprenderò a girare i mercatini alla ricerca di altri oggetti particolari da proporre. Non voglio creare un bazar del vintage pieno di roba, non è la mia idea e comunque non avrei lo spazio. Il mio obiettivo è accogliere il cliente e accompagnarlo nella scelta, sperando di riuscire ad accontentarlo. Perché ho chiamato il negozio Anatra felice? Mi piaceva l’assonanza con l’Araba fenice. Suona bene». —



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