Il Treno delle Dolomiti rallenta «Elettrificazione troppo complessa»

Il tratto tra Ponte e Calalzo è a rischio e con esso tutto il complessivo anello ferroviario verso Cortina e l’Alto Adige
Zaia sale a Belluno a presentare i progetti relativi al treno delle Dolomiti
Zaia sale a Belluno a presentare i progetti relativi al treno delle Dolomiti

Belluno

Se c’è un tema che non è all’ordine del giorno della campagna elettorale in Alto Adige questo è il Treno delle Dolomiti. Gli ambientalisti tifano perché la Regione Veneto lo porti avanti, semmai con una determinazione ancora maggiore, perché – come ammette Gigi Casanova di Cipra– «la nostra grande paura è che si privilegi, al suo posto, lo sbocco a nord con l’autostrada».

La vicenda è la cartina di tornasole per interpretare anche lo stallo di altre opere pubbliche, lanciate con entusiasmo, ma che hanno cominciato ad infrangersi contro gli scogli finanziari o quelli ambientalisti, questi ultimi poco considerati. Ma andiamo con ordine.



Il “sogno” di Luca Zaia, condiviso in breve tempo da Arno Kompatscher, è stato lanciato nel 2015 per collegare Calalzo a Cortina, fino alla Val Pusteria. Si disse allora che ci volevano due anni solo per lo studio di fattibilità e tra una decina e una quindicina d’anni per realizzarlo. Lo studio è stato preparato in tempo, ma tra le due soluzioni proposte (Val Boite e Val d’Ansie) ne è scaturita una terza; i sindaci vorrebbero la salita da Auronzo, l’attraversamento della montagna verso San Vito e da qui a Cortina.

Il 10 agosto l’assessore regionale Elisa De Berti ha riferito che verrà presto incaricato un consulente per stabilire quale, tra le tre ipotesi, è la più praticabile. La De Berti ha spiegato che i tempi si sono allungati anche perché la Regione ha atteso lo sblocco da parte della Provincia dei 200 mila euro stanziati dal Fondo dei Comuni di Confine per lo studio.

Il governatore Zaia ha dal canto suo ammesso che la speranza del collegamento Calalzo-Cortina per le eventuali Olimpiadi 2026 è, appunto, «una speranza che si fa impegno», ma di più non si può prevedere. D’altro canto, la Provincia di Bolzano ha silenziato l’argomento. «Neppure un cenno, da parte di nessuno, in campagna elettorale» conferma Helmut Moroder che per conto della Sad ha presentato lo studio progettuale di collegamento tra Bolzano e la Val Pusteria attraverso la Val Gardena e la Val Badia.

Regione Veneto, da una parte, e Rfi, dall’altra, danno per sicuro l’anello sud elettrificato per la fine del 2020.



Da Conegliano a Ponte nelle Alpi e da qui a Belluno, Feltre, Montebelluna e Treviso, da una parte, e Castelfranco dall’altra. Dovrebbe costare 230 milioni; i primi 30 sono già cantierati. Sull’onda dell’entusiasmo, nel 2015, Zaia aveva immaginato l’elettrificazione fino a Cortina per i Mondiali.

Sempre il 10 agosto, l’assessore De Berti ha ammesso che portare gli elettrotreni fino a Calalzo «è complesso». «Io ho sperato che arrivassero almeno fino a Longarone – ammette il sindaco Roberto Padrin –, ma i tecnici mi hanno spiegato che è un’opera difficile, costosa e dai tempi lunghi, soprattutto non si sa quanto ammortizzabile».

«È pur vero – interviene Roger De Menech del Pd – che senza elettrificazione sarà improponibile il treno delle Dolomiti». Quindi neppure per le Olimpiadi, semmai saranno concesse a Cortina, si arriverà in elettrotreno fino a Calalzo. Ciò non toglie – insiste l’on. Federico D’Incà del M5S – che non possa essere ripristinata la “Freccia delle Dolomiti” tra Calalzo e Milano, servizio esistito per lungo tempo».



«La Provincia di Belluno ha bisogno di scelte radicali sul piano infrastrutturale e della mobilità. Condivide con il Veneto l’esigenza di uno sbocco a Nord – sottolinea De Menech –. Il treno delle Dolomiti era ed è la soluzione ottimale. Non vorrei che si ripiegasse sul prolungamento dell’Autostrada, magari per non realizzare nessuna delle due opere».

«L’autostrada proprio no – mette le mani avanti Casanova di Cipra –. Gli ambientalisti sferrerebbero una campagna senza precedenti in sede europea». Il 10 agosto, però, l’assessore De Berti, conversando con i giornalisti a Vittorio Veneto, ha ammesso che se ne sta discutendo nel contesto Transalp. Secondo i patrocinatori, il serpentone d’asfalto, seppur costruito in galleria, costerebbe meno del Treno delle Dolomiti.



La circumnavigazione ferrovia delle Dolomiti passerebbe anche per la Valsugana, di cui è in cantiere l’elettrificazione, e per un collegamento tra Primolano e Feltre. La Provincia di Belluno ha affidato ancora l’anno scorso 200 mila euro del Fondo di confine alla Provincia di Trento per lo studio di fattibilità. Studio che sta riguardando in questo momento gli aspetti socio-economici, per poi entrare in quelli tecnici. Sarà presentato ormai il prossimo anno, non appena si insedierà il nuovo esecutivo provinciale trentino. —

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