Il treno delle Dolomiti dalla laguna ai monti: preferita la Val Boite

Quattro i tracciati su cui si sta ragionando, compreso Agordo Lo studio di fattibilità c’è da febbraio ma è tutto top secret

belluno

Il Treno delle Dolomiti? Sì, da Calalzo a Cortina, per la Valle del Boite. E semmai un tronco fino ad Auronzo, per raccogliere il Comelico. Una soluzione che potrebbe accontentare i sindaci. E che non dispiacerebbe all’assessore Elisa De Berti. Il progetto c’è. O meglio, esiste uno studio di fattibilità.

Ma non se ne sa nulla. Solo indiscrezioni che si passano i sindaci, uno con l’altro. La titolare dei trasporti della Regione ha in mano l’elaborato già dal febbraio scorso. È evidente che l’emergenza covid ha impedito di esaminarlo, di approfondirlo. E di illustrarlo, come peraltro la stessa De Berti aveva assicurato. Potrebbe accadere nelle prossime settimane, prima delle elezioni di settembre. Che cosa prevedono gli elaborati predisposti dall’ing. Helmut Moroder di Bolzano non è dato sapere. Moroder, origini ambientaliste, è uno dei più accreditati studiosi della materia. A lui si deve anche lo studio, commissionato dalla Sad, di collegamento ferroviario tra Bolzano e Cortina, attraverso la Val Gardena e la Val Badia.

Si sa però – dalla stessa De Berti – che sono state messe a confronto quattro proposte: la diretta Calalzo-Cortina, la Calalzo-Auronzo-Palù San Marco - Cortina, la Calalzo-Auronzo-San Vito di Cadore - Cortina, e pure l’alternativa da Belluno ad Agordo, Alleghe e Cortina. Sempre l’assessore aveva anticipato che tra le diverse ipotesi, suggerite da gruppi diversi di sindaci, non sarebbe stato facile scegliere.

È evidente a tutti che la soluzione più semplice e meno costosa è quella di restituire il treno alla Val Boite. Non servirebbero lunghe gallerie, l’area attraversata garantirebbe anche i necessari pendolari, i tempi di percorrenza sarebbero più brevi, e non solo tra Calalzo e Cortina, ma anche con Venezia.

Tatiana Pais Becher, sindaco di Auronzo, i suoi colleghi del Centro Cadore, e soprattutto l’intera Val Comelico hanno insistito in questi anni perché la ferrovia raggiunga anche la Val d’Ansiei. Per queste popolazioni, salire in treno in riva al lago Santa Caterina e scendere in riva al canal Grande sarebbe tutta un’altra storia. Ma le gallerie per sbucare a San Vito o a Cortina costano davvero troppo.

Addirittura si risparmierebbe, sottolineano gli studiosi, realizzando sì la ferrovia per la Valle del Boite ma aggiungendovi anche un tronco fino ad Auronzo, attraversando quindi Domegge e Lozzo. Vuoi vedere che proprio questa porterebbe essere la soluzione che mette tutti d’accordo? Pais Becher in questi anni si è molto battuta per portare i turisti dalla Laguna fino ai piedi delle Tre Cime, all’ingresso della Val Marzon. Il suo sogno sarebbe quello di farli scendere e di farli salire in una futura funivia fino al rifugio Auronzo.

Da Venezia, insomma, direttamente in quota dolomitica, a contemplare la “trinità”, come altrimenti sono conosciute le Tre Cime. Se così avvenisse, se avesse cioè la sicurezza di un aggancio, la sindaca di Auronzo probabilmente sarebbe disposta anche a rinunciare ad un collegamento diretto con Cortina, attraverso una troppo costosa galleria. È difficile che prima delle elezioni si possa definire il progetto (l’alternativa per Agordo sembra escludersi da sé per i costi del tunnel verso Cortina).

Il covid, con le rivoluzionate esigenze di finanziamento, ha messo ancor più in discussione le già incerte prospettive della compartecipazione europea. E negli ultimi mesi è aumentato il pressing per dare continuità all’autostrada. Ma al treno delle Dolomiti ci credono sia il presidente Luca Zaia, che l’ha proposto, l’assessore De Berti, il ministro Federico D’Incà, l’on. De Menech, lo stesso parlamentare De Carlo. —

francesco dal mas

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