Il tabià, tradizione da perpetuare

AURONZO. E' stata inaugurata ieri mattina, nella sede della scuola media dell'Istituto Comprensivo di Auronzo, la mostra itinerante denominata “Recupero e riuso delle antiche costruzioni rurali in legno del Comelico e Sappada”. L'esposizione, composta da 25 pannelli esplicativi che mostrano alcuni esempi di tabià del Comelico e di Sappada, tutti situati all'esterno dei centri urbani, è promossa dalla Fondazione Centro studi transfrontaliero del Comelico e Sappada con il sostegno della Fondazione Cariverona ed è stata curata dall'architetto Flavio Bona e dal figlio Fulvio.
L'allestimento all'interno della scuola è stato invece realizzato con abilità dalla professoressa Ilde Pais Marden.
«L'obiettivo della ricerca», spiega Flavio Bona, «è quello di fornire un contributo affinché la popolazione, e soprattutto i giovani, si riapproprino del valore identitario di questi edifici. Un valore che non è certo di qualità trascurabile».
L'inaugurazione della mostra è stata accompagnata da un intervento tenuto dallo stesso Bona, che ha spiegato ad un attento e interessato pubblico di studenti di seconda e terza media la storia dei tabià e dei barchi (strutture in legno più piccole), le modalità della loro costruzione, le problematiche per la loro conservazione e il possibile riutilizzo. Grazie anche all'ausilio di foto e video, i ragazzi hanno visto le fasi di costruzione di queste strutture in legno, utilizzate per la conservazione della paglia e successivamente per il ricovero degli animali. Si è parlato di tetti a scandole e delle lamiere che spesso le hanno sostituite. I ragazzi hanno potuto vedere dalle immagini come venivano fatte le scandole in modo artigianale con quello che in Comelico viene abitualmente chiamato il “fer da sandla” (ferro da scandole).
«Questa mostra», ha spiegato Orietta Isotton, preside dell'Istituto Comprensivo di Auronzo, «è la terza che allestiamo dall'inizio dell'anno nelle scuole del nostro Istituto. Tutte mostre che hanno come filo conduttore l'attenzione alla cultura e alle tradizioni locali».
La mostra rimarrà aperta al pubblico sino al 31 gennaio, con questi orari: dal lunedì al sabato dalle 10 alle 12 e il martedì e venerdì dalle 15 alle 17.
Saranno gli stessi ragazzi della scuola media, opportunamente istruiti, a presentare ai visitatori i pannelli della mostra.
Laura Bergamin
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