Il «sì» di Durnwalder non esalta troppo Cortina

Franceschi: «Niente di nuovo». Fredde le categorie economiche: «Valuteremo»
CORTINA. Le prese di posizione del governatore altoatesino Luis Durnwalder e del governatore veneto Giancarlo Galan sul referendum congiunto che i comuni di Cortina d’Ampezzo, Colle Santa Lucia e Livinallongo del Col di Lana hanno richiesto per passare con la Regione autonoma Trentino Alto Adige scatenano la cronaca e i media nazionali, ma nella Conca non fanno ancora clamore.

 Cortina non si pone ancora il problema. «La presa di posizione di Durnwalder», dice il neoeletto primo cittadino Andrea Franceschi, «non stupisce nessuno e non vedo perché crei tutto questo clamore. Io e i rappresentanti dell’Unione dei Ladini d’Ampezzo, che abbiamo incontrato il governatore altoatesino, eravamo già a conoscenza di questa sua volontà di accogliere Cortina. L’argomento era anche stato sviscerato dalla stampa. Quindi, credo che sia solo stato coerente con quanto aveva più volte affermato. Niente di più. Noi abbiamo da sempre appoggiato la legittima richiesta avanzata dall’Uld’A di indire il referendum per il passaggio con l’Alto Adige, tema questo del quale si discute ormai da troppi anni. E’ compito di chi amministra, a qualsiasi livello istituzionale, affrontare le problematiche e i temi che vengono portati avanti dalla popolazione. Riteniamo che lo strumento referendario, se utilizzato con criterio, sia sinonimo di democrazia e libertà e che pertanto sia assolutamente giusto che i nostri concittadini possano esprimere la loro opinione su un argomento cosi importante e delicato per Cortina».

 Sottolinea la problematica della montagna l’ex sindaco Giacomo Giacobbi, che nel suo penultimo consiglio comunale ha visto votare all’unanimità la richiesta referendaria. «Cortina», dice Giacobbi, «ha avuto la capacità di richiamare una grande attenzione sulla questione della montagna, su problemi e punti critici delle terre alte. Ora è necessario che si apra un grande dibattito. Si devono comprendere le ragioni di una montagna che non ha una normativa e un apparato burocratico pronti a rispondere alle esigenze del territorio e della popolazione».

 Sul tema referendum non hanno ancora preso delle posizioni (e del tema non hanno nemmeno discusso ufficialmente) i rappresentanti delle categorie commerciali di Cortina.

 Ora si pensa alla stagione estiva ormai imminente e a promuovere al meglio quella invernale. «Noi la questione del referendum non l’abbiamo ancora toccata», afferma Roberto Cardazzi, presidente dell’Associazione albergatori, «credo che sia ancora presto. A metà luglio, ci riuniremo in assemblea e probabilmente all’ordine del girono ci sarà un punto che vedrà l’argomento referendum. Per ora, posso solo dire che, per quanto riguarda il settore alberghiero, il desiderio è di avere e offrire degli standard di servizi ancora più elevati di quelli che abbiamo ora. Confiniamo con l’Alto Adige e, se si vogliono fare dei paragoni, l’aspetto che salta subito all’occhio è che loro riescono ad offrire di più ai turisti, hanno più servizi e questo grazie a maggiori risorse».
 Sulla stessa linea anche Ferruccio Tormen, presidente dell’Associazione commercianti di Cortina. «Per ora non ci esponiamo», dice, «Lo faremo sicuramente quando sarà il momento. D’altronde, bisogna ricordarsi che sarà l’esito del voto dei cittadini a fare la differenza. Prima di sapere la reale volontà dei cortinesi è prematuro fare discorsi in merito al passaggio o meno con l’Alto Adige».

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