Il Sellaronda “salta” l’Immacolata: «Non c’è acqua per fare la neve»

LIVINALLONGO. Cannoni senza acqua sul Passo Pordoi. Salta l’apertura della Sellaronda. La società “Pordoi S.p.A si lamenta: «Da cinque anni attendiamo le autorizzazioni per realizzare un bacino artificiale che ci metterebbe al riparo da situazioni come queste». Il circuito sciistico più famoso delle Dolomiti che collega le vallate ladine intorno al Gruppo del Sella non aprirà per il ponte di S. Ambrogio.
Sul Passo Pordoi, lato Arabba, le riserve idriche per produrre neve artificiale sono completamente prosciugate e pertanto non si riuscirà ad innevare tutte le piste necessarie ad assicurare i collegamenti da e per la Val di Fassa.
Neve naturale non ce n’è e nelle scorse settimane, approfittando del freddo, tutti gli impianti di innevamento sono entrati in funzione a pieno ritmo. Ora però un po’ ovunque, anche dove ci sono i bacini artificiali di raccolta, comincia a scarseggiare l’acqua. Figuriamoci nelle zone in cui queste riserve non ci sono. Come al Passo Pordoi, Qui la società “Pordoi Spa” che gestisce gli impianti, da ben 5 anni sta aspettando le autorizzazioni per realizzarne uno da 36 mila metri cubi: quello che sarebbe servito in questi giorni per innevare le piste e aprire i tanto attesi e importanti collegamenti che chiudono l’anello della Sellaronda.
«Il progetto del nuovo bacino», spiegano dalla Pordoi, «è stato a lungo discusso in fase preliminare con gli enti competenti per individuare una zona adeguata per la realizzazione, avendo ben presente l'importanza a livello ambientale della località in cui operiamo. Dalle indicazioni fornite, che intendevano garantire la non visibilità dal passo, dalla Strada delle Dolomiti e dalla funivia, ovvero dai principali coni visuali che i frequentatori del Pordoi utilizzano, è stata individuata la zona sopra la linea della seggiovia Fodom, in località Zoel, a 2 mila 200 metri di quota. Una collocazione particolarmente nascosta, non visibile neppure da Arabba ed adeguata per lo scopo, esistendo di fatto già una depressione sul terreno che ben si presta alla realizzazione».
L’invaso, della capienza di 36 metri cubi è del tutto simile a quelli già approvati in altre località, come ad esempio i due due della Sit Boè ad Arabba e quello di Sofma e certamente più piccolo di quello di Cortina (100.000 mc). Il primo progetto è stato depositato nell'ottobre del 2009 presso la Provincia di Belluno, seguendo l'iter previsto dall'articolo 46 della legge regionale 21/2008. A novembre è arrivato il parere favorevole dell'Arpav per la sicurezza valanghiva e a gennaio 2010 quello del Comune di Livinallongo per gli aspetti urbanistici/ambientali. Un mese dopo a seguito delle disposizioni operative introdotte dalla Dgr 1722 del 16 giugno 2009, la Provincia ha chiesto alla società di prendere contatto con il Genio Civile per una preventiva autorizzazione idraulica del progetto.
Dopo innumerevoli integrazioni il progetto definitivo è stato depositato nell'ottobre 2014. «Dal 2010», spiegano ancora dalla Pordoi, «le stagioni invernali sono state tutto sommato ricche di precipitazioni, a parte la stagione precedente, tanto che la necessità del bacino artificiale era passata in secondo piano. Almeno fino a quest'anno in cui ci siamo trovati veramente in difficoltà e siamo stati pesantemente penalizzati dalla mancanza di tale invaso. La situazione attuale è tale che abbiamo fatto fallire la prima parte della stagione invernale di tutto il circuito Sellaronda a causa della mancanza di neve, con grossissime ripercussioni a livello economico sia per le società impianti a fune che per tutto il settore turistico. In questo momento siamo in grado di aprire solo la seggiovia Lezuo e la relativa pista, ma non il collegamento Sellaronda tra Arabba e Canazei e viceversa. Il 28 ottobre, in una riunione informale, il Genio Civile si è impegnato ad esprimere il parere di competenza entro Natale. Parere che noi auspichiamo possa essere favorevole. Non vogliamo aprire polemiche, solo far comprendere l’importanza di questo progetto per evitare, in futuro, il ripetersi di situazioni come questa che creano un enorme danno a tutto il comparto».
Lorenzo Soratroi
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