Il rio Rin fa paura: evacuate dieci case

A Lozzo viene giù l’antico “sassato” e costringe il sindaco a emettere l’ordinanza di sgombero. Turisti bloccati nelle malghe
Di Gigi Sosso e Matteo Poclener

LOZZO. Frane dal sassato di Lozzo. Sotto un nubifragio, il pericolo di esondazione del rio Rin provoca l’evacuazione di almeno dieci abitazioni della centralissima via Roma e della traversa via Ronzie. Una ventina di residenti è stata costretta ad abbandonare le case, mentre i vigili del fuoco chiudevano al traffico il ponte, in collaborazione con i carabinieri di San Vito. Il paese è rimasto a lungo raggiungibile soltanto dal lato Auronzo, mentre da Domegge non si poteva arrivare in alcun modo. In municipio, il sindaco Mario Manfreda ha aperto il Coc, il comitato operativo comunale, per coordinare le operazioni di evacuazione e verificare i primi danni provocati dal maltempo. È stata firmata con urgenza un’ordinanza, per fare allontanare dalle abitazioni le gente potenzialmente in pericolo e le operazioni di sgombero sono state coordinate direttamente dalla prefettura di Beluno. Il temporale era stato annunciato da una sinistra nuvolaglia nera sopra le Marmarole. È cominciato a piovere forte, ma la sensazione iniziale era che non dovesse accadere niente più del solito. Invece quella antica frana, che da sempre incombe sopra il paese ha cominciato a venire giù in diversi punti, provocando uno sbarramento su un corso d’acqua, che in condizioni normali non è niente di preoccupante, ma quando si impegna riesce ance a provocare un certo timore.

I vigili del fuoco del distaccamento di Pieve di Cadore ci hanno messo pochi minuti ad arrivare sul posto e a chiudere un ponticello, che stava cominciando a essere seriamente minacciato dalle acque imbizzarrite. Un camion biancorosso è stato messo di traverso per impedire il transito agli autoveicoli e i pompieri si sono attaccati ai campanelli, per fare in modo che i residenti lasciassero il prima possibile le loro abitazioni. Armata solo di un ombrello e delle prime cose che era riuscita a prelevare all’ora di cena, la gente è uscita in strada comprensibilmente preoccupata, perché tutti gli abitanti sanno fin da quando sono piccoli che, prima o poi, quella grossa frana chiara potrebbe decidere di venire giù tutta insieme. Ha assistito alle prime operazioni di pulizia del letto del rio, mentre all’altezza del ponte aveva ormai quasi raggiunto il livello del ponte: «C’è da aver paura», trema uno dei residenti, «una pioggia fortissima, che ci ha subito preoccupato. Avevamo sentito che c’erano stati dei problemi sul rio e la conferma è arrivata, quando abbiamo visto i vigili del fuoco e i carabinieri in prossimità del ponte, oltre ai ragazzi del Soccorso alpino. Siamo in strada e non sappiamo quando potremo tornare nei nostri appartamenti. Un disagio che sopportiamo volentieri, perché la sicurezza viene prima di tutto, ci mancherebbe anche altro».

Segnalate frane anche più a monte, nella zona di Pian dei Buoi, dove più di qualche turista potrebbe essere rimasto bloccato al riparo delle malghe. Stesso discorso lungo la roggia dei Mulini, uno dei percorsi naturalistici più interessanti della zona: stradine ricoperte di acqua e fango. La situazione è rimasta costantemente monitorata per tutta la notte, intanto gli evacuati hanno trovato ospitalità da amici o nei più vicini bed and breakfast, che hanno offerto loro ospitalità. È cominciata una delle notti più lunghe, con il pericolo che il Rin uscisse dagli argini e invadesse la strada principale del paese. Fino a ieri sera i danni erano, tutto sommato, abbastanza limitati. Ma solo stamattina, con la luce, sarà possibile fare una prima stima di quello che è successo.

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi