Il ricordo di Soldà riscalda la Magnifica
La rassegna “Sulle Dolomiti del Cadore” aperta con una serata dedicata al grande alpinista vicentino

PIEVE DI CADORE. È iniziata venerdì, nella sala consigliare della Magnifica, a Pieve, la rassegna “Sulle Dolomiti di Tiziano”. Il primo appuntamento è stato dedicato alla storia di Gino Soldà, il grande alpinista vicentino che esercitò la sua professione di guida alpina prevalentemente sulle Dolomiti del Cadore. «La rassegna», ha spiegato Bepi Casagrande introducendo la serata, «è organizzata dalla sezione CAI di Pieve e dalle associazioni impegnate nella promozione della cultura della memoria della montagna. Oggi non si può parlare di futuro senza guardare indietro, a com’è stato l’alpinismo nel secolo scorso. Gino Soldà», ha aggiunto, «fu una guida alpina ma soprattutto un fortissimo arrampicatore, ricordato anche per aver preso parte alla spedizione italiana della conquista del K2 nel 1954 e per aver fondato la stazione di Soccorso alpino di Recoaro-Valdagno. Ma Soldà è stato anche un grande atleta, tanto che ha partecipato alle Olimpiadi di Lake Placid del 1932 nello sci».
Ospiti della serata sono stati il figlio dello scalatore, Mauro, e le nipoti, Michela e Giorgia. È stato un tuffo nel passato favorito da due splendidi filmati, con i quali sono state illustrate le peculiarità non solo tecniche ma anche umane di questo atleta che può essere considerato uno dei più grandi del suo secolo. Il figlio Mauro, ricordando la lunga vita del padre (è morto nel 1989 a 82 anni), ha riportato alla luce degli episodi che ne hanno illustrato la personalità. «Mio padre è stato un uomo buono, che non ha fatto mai nulla per mettersi in mostra, umile e riservato. Era molto forte, ma aveva un’agilità eccezionale e non si arrabbiava mai; nemmeno quando, a 14 anni, con la slitta con a bordo altre due ragazze, ho fatto un frontale contro un’auto e siamo rimasti con le ossa rotte, compresa la mia spina dorsale. Nonostante il suo carattere mite, è sempre stato un leader». Molti gli aneddoti, grazie ai quali la popolarità di Soldà è emersa prepotente al suo rientro dalla spedizione dal K2, quando l’intero paese in festa lo accolse a Valdagno. E divenne un uomo di successo, anche quando iniziò a produrre –primo in Italia– le scioline per lo sci. Fondò un’azienda che adesso è passata al figlio e oggi alle nipoti. Soldà iniziò a scalare le montagne del suo paese ancor prima di compiere i 18 anni. Si distinse come grande arrampicatore già prima della seconda guerra mondiale, aprendo numerosissime vie che arrivavano anche al VI grado sulle montagne di casa e su tutte le Dolomiti. Continuò ad arrampicare fino a tarda età: aveva 78 anni quando salì per l’ultima volta le Piccole Dolomiti.
(v.d.)
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