Il progetto “Scuola senza zaino” approda anche a Trichiana

TRICHIANA. Aule strutturate in aree di lavoro, un angolo per la lettura, lavori di gruppo e percorsi didattici personalizzati. Da settembre “Scuola senza zaino” arriva all’Istituto comprensivo di Trichiana. Un modello nato nel 2002 a Lucca e che si sta espandendo in diverse regioni d’Italia. In provincia di Belluno è già stato adottato dal Comprensivo di Longarone e Zoldo e da quello di Ponte. E dal prossimo anno scolastico sarà la nuova opportunità all’Ic 2 Tina Merlin di Belluno e a Trichiana e Limana.
«Il progetto partirà a settembre di quest’anno in tutte le classi della scuola elementare di Sant’Antonio, per poi eventualmente ampliare l’iniziativa nei prossimi anni anche a quella di Trichiana», fa sapere Gianluca Franco, vice sindaco e assessore all’istruzione. «“Scuola senza zaino” è stato condiviso dal dirigente scolastico, Mario Baldasso, con i genitori, che hanno dimostrato di apprezzare l’idea». A essere coinvolte, sempre da settembre, saranno anche alcune classi della scuola elementare di Limana. Nei giorni scorsi l’architetto Maria Grazia Mura - che ha lavorato per l’Indire (Istituto nazionale di documentazione, innovazione e ricerca educativa) di Firenze per molti anni e che è referente nazionale della “Rete Senza zaino” per gli ambienti di apprendimento - ha visitato le scuole elementari di Limana e S. Antonio e gli asili di Navasa e Trichiana. «Ha poi presentato ai genitori le idee fondamentali su come organizzare gli spazi didattici secondo l’impostazione di “Scuola senza zaino”», dice ancora Franco. «Quanto a Trichiana, il finanziamento del progetto, che prevede adeguamenti negli arredi delle aule, materiale didattico per le classi e la formazione degli insegnanti, sarà sostenuto in gran parte dall’amministrazione comunale». Da settembre, nelle classi coinvolte, non ci sarà più lo zaino, tolto in quanto dà un senso di precarietà. Al suo posto verrà introdotta una borsa per portare a scuola la merenda e per riportare a casa solo esercitazioni e avvisi. Gli alunni lavoreranno in gruppi organizzati e sono previsti percorsi didattici personalizzati. Anche le aule cambieranno aspetto: saranno studiate e strutturate per accogliere spazi di apprendimento diversi, le cosiddette “aree di lavoro”, all’interno delle quali gli alunni “ruoteranno” impegnandosi continuativamente in attività differenti. Prevista anche l’“agorà”, angolo comodo per la lettura, momenti di riflessione e ascolto dell’insegnante. «Per aderire a “Senza zaino”, il gruppo docente e le scuole interessate intraprendono un percorso di formazione sui principi e le metodologie didattiche previste», conclude Franco. «Il modello non è in contrapposizione con quello tradizionale, ma ne amplifica alcuni concetti, rendendo la scuola più stimolante e mettendo al primo posto la relazione insegnante-alunno».
Martina Reolon
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