Il Palio ritocca le regole e parte con i conti a posto

FELTRE. Non si può mettere lo sponsor sulla manica dei costumi storici dei figuranti o appendere uno striscione di plastica nella cittadella vestita di medioevo per trovare contributi, che scarseggiano quest'anno più che mai. Ma il Palio 2013 riparte con i conti a posto dopo aver ripianato i debiti pregressi. E mentre i quartieri dietro le quinte sono alle grandi manovre in vista della trentacinquesima edizione che si terrà nel week-end del 3 e 4 agosto, dopo le cene delle contrade di venerdì 2, sono pronte le prime novità.
Regolamento. Ci sarà un po' di pathos in più per la gara dei cavalli, perché lo schieramento al canapo sarà deciso il giorno stesso della corsa con la consegna della busta chiusa al mossiere che la aprirà e annuncerà l'allineamento, come si fa in piazza del Campo a Siena. Estrazione all'ultimo minuto invece del giovedì come è sempre avvenuto finora e ordine segreto, con maggiori difficoltà per i fantini di tentare di raggiungere accordi in anticipo. «Creerà un po' di suspance», commenta Alfonso Sampieri, vicepresidente dell'associazione oltre che responsabile dell’arena di Pra' del Moro con le visite veterinarie e gli esami antidoping, per i quali c'è un cambiamento che riguarda i fantini: «Il test sarà effettuato su tre di loro a estrazione (non più ai primi tre) e in caso di positività scatta la squalifica per tre anni dal Palio di Feltre». Per l'analisi è stata stipulata una convenzione con il laboratorio di igiene ambientale e tossicologia forense di Mestre. Non cambia niente riguardo ai cavalli: se qualcuno viene trovato positivo, è prevista la cancellazione dall'ordine di classifica e la revisione della graduatoria. Lo stallaggio sarà gestito da ogni quartiere in proprio. Per la commissione veterinaria è riconfermata la terna di specialisti composta da Giampaolo Maini e Andrea Sarti di Ferrara insieme a Pierangelo Sponga dell'Usl 2 (che è il presidente).
Legge Martini. «Vogliamo rimanere aderenti all'ordinanza, il cui spirito è assicurare la salute degli animali», puntualizza l'assessore Giovanni Pelosio. Con un occhio allo stesso tempo alla «tutela dal punto di vista giudiziario».
Volano le bandiere, suonano i tamburi. Si ricomincia, o meglio il Palio non si è mai fermato. Lo dice il presidente dell’ente Stefano Antonetti accanto ai quattro presidenti dei quartieri e al delegato dell'amministrazione Giovanni Pelosio alle porte dell'apertura dell’anno paliesco, domenica 12 con l'omaggio ai santi patroni Vittore e Corona: ci saranno la sfilata al Santuario, la messa e il saluto con le bandiere nella basilica. Intanto però, il Palio è stato a Firenze l'1 maggio per il ventesimo trofeo Marzocco (una delle più prestigiose gara di sbandieratori e musici in Italia), su invito dei Bandierai degli Uffizi. E oggi va a Padova per il raduno dei donatori di sangue per un'altra uscita che diventa vetrina promozionale.
La vittoria è il pareggio di bilancio. «Non abbiamo niente in cassa, ma almeno non partiamo in rosso», commenta Antonetti. «Gli sponsor stanno tagliando, ma siamo fiduciosi. La ricerca di risorse finanziarie è costante perché dobbiamo cercare di non riaffondare dopo aver sistemato i pregressi. Avanziamo il contributo regionale di 20 mila euro in virtù del riconoscimento della manifestazione come patrimonio storico e culturale del Veneto, stanziato ma non ancora erogato, e speriamo che ci venga confermata la stessa cifra anche per quest'anno. È importante, pensando che il Palio costa 80 mila euro».
Spettacoli in casa. Delle attività collaterali si occuperà Fabio Giudice, nelle vesti di regista e scenografo, artista e manovale, che utilizzerà risorse locali per intrattenere feltrini e visitatori. Sarà lui a curare l'allestimento della cittadella creando l'ambientazione medievale.
Appello alla città. «Chiedo la collaborazione dei locali», dice il presidente. «L'anno scorso ci siamo arrabbiati perché ci sono stati ristoratori che hanno sfruttato la manifestazione per fare un chiosco in piazza Maggiore, legalmente sì, ma in modo scorretto nei confronti dei quartieri che si finanziano anche con le taverne».
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