Il palazzo dei Giuristi non verrà venduto Al vaglio tre ipotesi per mantenerlo pubblico

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Irene Aliprandi / belluno
Potrebbe diventare la nuova sede dell’archivio storico, o il palazzo degli ordini professionali, o ancora il luogo dove concentrare le realtà turistiche del territorio. Il suo destino non è ancora stato deciso, ma l’ex Museo Civico di Piazza Duomo ha un futuro di destinazione pubblica. Il Comune di Belluno, infatti, ha inserito il Palazzo dei Giuristi nel piano delle alienazioni e valorizzazioni (la stima ammonta a circa 750 mila euro) ma in realtà non ha nessuna intenzione di venderlo.
«L’ex museo è inserito in quel piano perché questo ci consente una maggiore elasticità nel momento in cui verrà decisa la sua destinazione», spiega il sindaco, Jacopo Massaro. «In questo momento siamo ancora a livello di ragionamenti e ne abbiamo parlato sia in giunta che in maggioranza, dalla quale sono emerse idee interessanti, ma non sarà un percorso breve».
Attualmente al Palazzo dei Giuristi è conservata la collezione archeologica cittadina, che andrà a formare il nuovo museo archeologico di Palazzo Bembo: «Non ci sono tempi certi per il trasferimento della collezione, che dipende da diverse variabili come la redazione del progetto museale da parte del comitato scientifico e il via libera della Soprintendenza», prosegue Massaro. «Noi siamo pronti e abbiamo fretta di chiudere la partita del Bembo, ma il Covid ha rallentato anche questo. Una volta trasferita la collezione, saremo liberi di pensare al Palazzo dei Giuristi, per il quale si è visto anche un certo interesse da parte di soggetti privati pur senza proposte concrete. L’idea, comunque, non è quella di vendere ai privati».
Conferma la linea anche la vicesindaco e assessore al patrimonio Lucia Olivotto: «Non c’è nessuna volontà di alienare l’ex museo civico, se non con un progetto che restituisca al palazzo una connotazione pubblica. In ogni caso, però, serviranno importanti lavori di restauro».
La prima ipotesi, quella di trasferire a palazzo l’archivio storico, presuppone un intervento strutturale con la verifica della tenuta dei solai, ma permetterebbe il ritorno in centro dell’archivio ospitato ai magazzini comunali di via Marisiga. La seconda idea è quasi un ritorno alle origini e nasce dall’interessamento di alcuni ordini professionali: «Si potrebbe fare una convenzione con gli ordini», aggiunge il sindaco, «mantenendo così una destinazione pubblica che porterebbe anche un certo movimento in centro», e lo stesso si può dire della terza ipotesi, cioè quella di destinare gli spazi alle realtà che operano nel campo turistico, dalla Dmo ai Gal e magari anche l’ufficio turistico. In tutti i casi bisognerà cercare le risorse per la ristrutturazione: «Stiamo aspettando i bandi del Recovery Fund. Come sindaci stiamo lavorando molto per far sì che una quota di 3 miliardi di euro vada a progetti di rigenerazione urbana. Secondo noi questi bandi dovrebbero essere annuali, perché permettono di cambiare il volto delle città». —
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