Il Movimento per la vita al fianco delle donne in difficoltà
solidarietà
Da presidente dell’Auser “Il Castello” di Feltre a referente – da 25 anni – del Movimento per la vita e del Centro di aiuto alla vita del Feltrino è un attimo. Liliana Tomaselli ha una particolare inclinazione all’aiuto delle persone, senza distinzione di età né di estrazione sociale. Anzi, è proprio nel sociale che la sua passione si coniuga con l’attivismo, trovando in due associazioni differenti una complementarietà di intenti che rende le giornate piene e le soddisfazioni grandi.
Il Movimento è un’associazione di respiro nazionale che promuove e difende «il diritto alla vita e la dignità dell’uomo dal concepimento alla morte naturale, favorendo la cultura dell’accoglienza verso i più deboli e indifesi, prima di tutti i bambini concepiti e non ancora nati».
A livello territoriale agiscono tramite i Centri di aiuto alla vita e le case di accoglienza. A livello feltrino il Movimento si fonda sulla concretezza delle risposte alle emergenze abitative e familiari, in costante crescita. «Abbiamo sempre prediletto l’azione e la sensibilizzazione all’informazione», sottolinea Tomaselli. «Al momento stiamo seguendo i casi di tre donne in difficoltà, tutte feltrine, che non riescono a far fronte alle spese di mantenimento loro e dei figli piccoli».
Si chiamano progetti “Dolomiti vita” (la declinazione locale dei progetti Gemma) e in 25 anni hanno permesso di aiutare 11 giovani mamme, sostenute economicamente per tre anni continuativi, sempre su segnalazione degli assistenti sociali. Numeri che sembrano piccoli, ma che per la decina di soci e volontari che compongono oggi l’associazione «sono importanti, anche perché ci capita spesso e volentieri di portare a queste donne la spesa a domicilio perché non vogliono farsi vedere, come anche di fare ricevimento ogni martedì nella nostra sede di via Vecellio per offrire ascolto e orientamento senza code né assembramenti».
Un impegno non da poco. Ci sarebbero molti più casi da seguire, la presidente ne è consapevole, ma oltre alle mani contate sono anche le risorse economiche a scarseggiare: «Pur facendo parte di una rete nazionale, ogni Movimento lavora per sé e nel nostro caso non riceviamo aiuti da parte di nessuno».
L’unico momento per cercare di fare cassa è la vendita delle primule nella prima settimana di febbraio, la Giornata per la vita istituita da papa Giovanni Paolo II. «Siamo riusciti a raccogliere qualcosa anche quest’anno facendo i banchetti fuori dalle chiese, anche se in misura molto limitata rispetto agli scorsi anni. Era importante farci vedere e dare un segnale di presenza al territorio. Fortuna che abbiamo un residuo di bilancio importante che ci permette di essere ancora efficaci». E di continuare ad aiutare chi ne ha ancora bisogno. —
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi