Il “Guardiano dell’Anticristo” a processo

Nel sito della Federazione Pagana Claudio Simeoni, 59 anni, viene presentato come “Stregone e Guardiano dell’Anticristo”. L'uomo è accusato di aver diffamato la giornalista Lauredana Marsiglia nell’estate del 2006

BELLUNO. Nel sito della Federazione Pagana Claudio Simeoni, 59 anni, originario di Verona, viene presentato come “Stregone e Guardiano dell’Anticristo”. E ieri mattina, con al suo seguido una decina di fedeli, il Guardiano dell’Anticristo s’è presentato nell’aula al primo piano del tribunale di Belluno. Simeoni è, infatti, accusato di aver diffamato la nota giornalista bellunese Lauredana Marsiglia con frasi piuttosto pesanti, durante una trasmissione radiofonica, nell’estate del 2006, che aveva come tema la violenza sui bambini. Durante la trasmissione radiofonica Simeoni attaccò duramente l’articolo della giornalista che riguardava l'assoluzione, nel processo di primo grado, delle suore dell'asilo feltrino "Sanguinazzi" (poi condannate in Cassazione) dall'accusa di maltrattamenti nei confronti dei bimbi. L'attenzione del “Guardiano dell’Anticristo” si concentrò in particolare sulla parte finale dell'articolo in cui la giornalista sottolineava come al giorno d'oggi il rapporto tra genitori e figli sia cambiato rispetto ad un tempo. Se una volta si prendeva uno schiaffo dalle suore, i genitori a casa te ne potevano dare un altro perché ciò significava che qualcosa si era combinato. Una chiusura che provocò l'ira di Simeoni che accusò la giornalista di sostenere che i bambini sono oggetto di possesso dei genitori. Un commento, che si può ancor'oggi trovare in internet.

Proprio per questo, ieri mattina, il presidente del tribunale ha chiesto all’imputato (difeso d’ufficio dall’avvocato Alvise Antinucci) se era disposto a togliere la registrazione dal sito della Federazione Pagana. Cosa, questa, che avrebbe potuto chiudere il processo, alle soglie della prescrizione. Ma inatteso è arrivato il no dell’imputato: «Non posso», ha replicato stizzito. «Io non ce l’ho con la giornalista ma col suo articolo dove c’erano affermazioni che giustificavano i maltrattamenti nell’asilo feltrino». Si torna in aula il 5 giugno.

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