Il dragone si ribalta Salvate le ungheresi

Auronzo. Agli Europei la canoa imbarca acqua e si rovescia Nel pomeriggio lo stesso inconveniente capita agli uomini
Di Gigi Sosso

AURONZO. Il dragone si rovescia nel lago. Salve le 22 ragazze a bordo. Disavventura ieri mattina per l’equipaggio ungherese, che stava partecipando ai campionati Europei di dragon boat, sullo specchio auronzano di Santa Caterina. A forza d’imbarcare acqua, durante i sorpassi delle imbarcazioni maschili è bastato che una delle ragazze si sporgesse leggermente, per provocare il rovesciamento della grossa canoa lunga più di 12 metri: tutte sono finite a bagnomaria. Erano ormai a meno di un chilometro dall’arrivo, non troppo distanti dalla riva e sotto gli occhi delle tribune e la loro prova è finita con l’intervento della macchina dei soccorsi orchestrata dall’organizzazione e dalla Protezione civile. Non possono non saper nuotare per almeno una cinquantina di metri e sono in grado di fare a meno del giubbotto di salvataggio, che non è obbligatorio.

La barca è stata riportata sulla sponda più vicina e ormeggiata, mentre a bordo Andrea Bedin, uno dei principali organizzatori della manifestazione provvedeva a seccare il dragone. Tradotto dal gergo marino a rimuovere l’acqua. Un inconveniente che può anche capitare, ma di solito senza arrivare alle conseguenze di ieri, a parte che nel pomeriggio è toccato agli uomini mettersi negli stessi guai, ma per colpa dei remi: «L’errore della giuria è stato far partire le donne prima degli uomini, con il risultato di farle sorpassare un certo numero di volte. I passaggi sono stati sufficienti a riempire il fondo d’acqua, purtroppo le concorrenti non hanno pensato di rimuoverla e, alla fine, si sono ritrovati in difficoltà, perché una di loro si è sporta, facendo perdere l’equilibrio a tutte. Non ci sono stati problemi per portarle in salvo, in quanto devono avere la necessaria dimestichezza con l’acqua, altrimenti non potrebbero partecipare. Certo questo incidente si sarebbe potuto evitare, se solo i giudici avessero fatto una scelta diversa, ma ormai è andata così».

Capita anche nelle migliori manifestazioni e, di solito, non ci sono conseguenze preoccupanti: «Le barche sono inaffondabili, perché costruite in fibra di carbonio a nido d’ape e con i bordi in mogano, per galleggiare meglio. Può succedere un incidente del genere, quando in una mattinata ci sono qualcosa come 21 gare e in acqua sono scesi circa 1350 atleti. Abbiamo gestito un gran numero di prove e così aumenta la possibilità che possa succedere qualche d’imprevisto».

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