Il depuratore torna nel sito originario

VALLE. Tra l'incredulità e la rabbia dei residenti, è stato aperto mercoledì il cantiere per realizzare il depuratore proprio laddove i cittadini non lo volevano. Mercoledì sono stati posizionati i picchetti per dare il via ufficiale ai lavori sui terreni appena a lato della pista ciclabile, a pochi metri dall'unico campo sportivo dove giocano i bambini di Venas, a pochi metri da un albergo, da case, da attività ricettive. Il depuratore verrà fatto dove il consiglio comunale dell'8 novembre aveva deliberato all'unanimità che non doveva sorgere. Nella seduta di consiglio di giovedì, il sindaco Savaris non ha dato alcuna notizia in merito, ma a Venas la preoccupazione è grande.
«Vedere che hanno di fatto aperto il cantiere ci ha spiazzati», spiegano Alberto Toscani, Rino Soravia ed Arturo Toscani, i rappresentanti dei residenti, inseriti nel tavolo di lavoro creato a novembre per individuare una locazione diversa al depuratore, «sono trascorsi sei mesi dalla delibera di consiglio, abbiamo avuto alcune riunioni, abbiamo mantenuto un basso profilo perché il nostro unico obiettivo era quello di avere il depuratore spostandolo a valle, verso il Boite, e di toglierlo dalla ciclabile, dall'unica zona ricettiva di Venas. Ma ora non si può tacere. In uno dei vari incontri avuti, il dirigente del settore idrico regionale, Fabio Strazzabosco, ha suggerito una tipologia di impianto da realizzare più a valle, con una nuova tecnologia a membrane, che faceva sì che l'opera fosse realizzata nei tempi previsti. Ora non si capisce come mai, se c'è una soluzione alternativa ritenuta da tutti tecnologicamente avanzata che dà una depurazione migliore, con tempi di realizzo celeri e senza costi aggiuntivi, si sia invece deciso di fare l'impianto dove i residenti per motivi soprattutto igenico-sanitari non lo vogliono».
Avere un depuratore, che in sostanza sarà un edificio alto 7 metri, ampio 330 metri quadri, ai piedi della ciclabile, a 40 metri dalle case, a 15 metri dall'unica zona a destinazione turistico-alberghiera, non piace; e i cittadini sono pronti a bloccare le opere. Il depuratore consigliato dai tecnici e appoggiato dai residenti sarebbe invece una struttura a container, realizzata a valle e non visibile, di poco più di 40 metri quadri e alta 2 metri e mezzo. Il primo sentore che il depuratore non doveva essere spostato arrivò però a febbraio, quando la Regione respinse la richiesta di proroga e di spostamento dell'impianto avanzata dall'AATO per conto del Comune di Valle; ma nessuno rese nota la cosa.
A fine aprile il sindaco Savaris scrisse una lettera con la quale si impegnava ad affidare lo studio di fattibilità per il nuovo impianto, seguendo la tecnologia proposta da Strazzabosco. Il 3 maggio il Bim rispose in maniera negativa, e martedì lo stesso ha fatto l'AATO. Mercoledì i picchetti di apertura del cantiere.
«C'è stata una carenza di iniziative da parte degli enti preposti», spiegano i tre rappresentanti dei cittadini, «e questo potrebbe portare ad un blocco dell'intero appalto che prevede i lavori di realizzazione del depuratore non solo di Venas, ma anche di Valle, che sono già iniziati. Cosa che nessuno evidentemente auspica».
Se lo scorso autunno i residenti di Venas erano determinati, e bloccarono l'avvio del cantiere, organizzarono raccolte firme e una fiaccolata, oggi lo sono ancora di più: si ipotizza di farsi sentire il 19 maggio durante la “Pedalata in rosa” che passerà sulla ciclabile a Venas.
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