Il deposito attrezzi trasformato in una piccola casa

AGORDO. Il deposito attrezzi con la tivù. Ma non solo. Al piano terra, cucina e bagno e sopra le camere da letto, collegate da una scala per niente provvisoria. Qualcosa di molto diverso da quanto autorizzato dal Comune di Agordo, nel permesso a costruire. Ecco perché madre e figlio sono a processo per abuso edilizio, difesi dall’avvocato Annamaria Coletti. Tanto più che, all’esterno del rustico, ci sono anche una baracca e un barbecue per le grigliate in cemento.
Risulta che il permesso a costruire sia dell’ottobre 2011 e riguardi un semplice deposito per attrezzi agricoli, in una località che si chiama Binatega. Il 22 marzo dell’anno dopo c’è un sopralluogo da parte della Forestale ed è questo che mette in moto gli ingranaggi della giustizia penale. Le guardie forestali che lo effettuano sono due, ma solo una è stata sentita nell’udienza di ieri mattina, davanti al giudice Cristina Cittolin. Non ha scattato personalmente le fotografie del fascicolo del pubblico ministero Sandra Rossi, ma è in grado di riconoscerle e descriverle con notevole precisione.
Dovrebbe esserci questo deposito, ma in realtà i due trovano un’abitazione. Al pianterreno, una cucina con delle finiture di pregio e l’immancabile bagno, con tanto di box doccia. Tanto vale fare un salto anche di sopra, dove ci sono dei letti matrimoniali e lo scaldabagno. Non ci sono attrezzature agricole, secondo l’accusa, perché proprio non sono previste. Eventualmente, per quele c’è una costruzione esterna, con accanto la griglia.
Sentito anche il capoufficio tecnico del Comune, che ha confermato l’esito della ricognizione, così lontano da quello che si poteva immaginare. Rinvio a una prossima udienza, per arrivare alla discussione e alla sentenza. (g.s.)
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi