Il Cristallo, una montagna con troppe croci

Tra le morti “eccellenti” (tutti alpinisti esperti) la mamma di Kristian Ghedina e Maria Clara Walpoth

CORTINA. Il monte Cristallo, la Forcella Verde e le Creste Bianche sono un teatro fantastico per gli scialpinisti e i freeriders, ma già in passato sono stati teatro di morti tragiche. La slavina di venerdì, col ritrovamento dei cadaveri di Martin Messner e del cugino Bernhard Messner, negli ampezzani hanno fatto tornare alla mente altri due tragici ritrovamenti che colpirono l'intera comunità. A Cortina si ricorda ancora con grande dolore la morte di Adriana Dipol, la mamma del campione ampezzano di sci Kristian Ghedina, che scivolò sulle Creste Bianche nell'aprile del 1985. Nel 1989 sotto una valanga finì invece Maria Clara Walpoth, da tutti chiamata “Iaia”. La giovane era una delle poche donne degli Scoiattoli di Cortina, un'alpinista esperta. Il suo corpo fu cercato per settimane da centinaia di volontari sotto un'enorme valanga. Ricerche che, dopo giorni e giorni, furono bloccate. Solo il disgelo, in estate, restituì il corpo di Iaia ai suoi cari. Dal 1990 ogni anno gli Scoiattoli ricordano Iaia organizzando una gara di scialpinismo alla sua memoria. In ordine di tempo, l'ultima slavina che fece due vittime fu quella dello scorso anno. A febbraio, sul Cristallo, nel Canalone Bernardi, la fatale sorte toccò a due scialpinisti veneti: Mario Sardi, 48 anni, di Treviso, e Giovanni Gellera, 50 anni, di Conegliano. Il bilancio delle vittime sotto le slavine in Italia è sempre più tragico. I dati relativi al 2011 parlano di 40 decessi al mese in una sola stagione invernale. Nel 2011 i morti sotto le valanghe furono 500 su tutto il territorio nazionale e oltre 1.500 i feriti gravi. Nel Bellunese da Natale è un continuo fra incidenti e soccorsi. L'ultimo in ordine di tempo è quello avvenuto martedì scorso ad Arabba, dove un giovane snowboardista tedesco ha perso la vita sotto una valanga che si è staccata a Portovescovo. Il 20 gennaio a Casera Razzo altri quattro sciatori sono rimasti travolti da una slavina. Luciano Mazzier, cinquantunenne di Calalzo, non ce l'ha fatta ed è morto sotto la valanga; gli altri tre si sono slavati. (a.s.)

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