«Il Comune non chiuda il passaggio pedonale sotto al sovrappasso»
Belluno. Il Comune ci ripensi. Non è mai troppo tardi per educare i ragazzi e un ultimo tentativo va fatto, secondo un abitante di Mussoi. La chiusura del passaggio pedonale in via Internati e deportati, provvedimento che obbligherà tutti a usare il sovrappasso per attraversare la strada, non convince Paolo Caenazzo, che chiede all’amministrazione di tornare sui suoi passi.
«Il problema dei ragazzi è limitato a 20 minuti la mattina e 10-15 alle 13, solo nei giorni scolastici», spiega, «quindi basta controllarli, educarli ed eventualmente multarli. E magari iniziare mettendo un cartello, o almeno un vigile. Non è mettendo una barriera che si risolverà il problema, perché se una persona vuole trasgredire gli basterà scavalcarla».
Il fiume di studenti che poco prima dell’inizio e poco dopo la fine delle lezioni si riversa in via Internati e deportati blocca il traffico, ma il problema secondo Caenazzo va ricercato qualche metro più avanti: sono le macchine stesse a creare un intasamento, «perché il parcheggio dell’ospedale viene usato come parcheggio scambiatore». Non è una novità: alcune persone che lavorano in centro posteggiano all’ospedale invece che utilizzare aree di sosta come Lambioi, il palasport e il Metropolis. Una situazione che si potrebbe risolvere mettendo un disco orario, come all’ospedale di Feltre, ma l’Usl fino ad oggi non ha mai voluto sperimentare questa soluzione per gli stalli di Belluno.
Il sovrappasso pedonale, continua Caenazzo, sarebbe difficilmente utilizzabile dagli anziani o dalle mamme con passeggini e carrozzine, e anche la nuova stradina realizzata accanto al supermercato non è sicura, «considerando che finisce direttamente sulla strada e che l’attraversamento pedonale in viale Europa, sotto l’Eurospar, è una sfida alla vita perché il muro sulla sinistra limita la visuale agli automobilisti che provengono da Ponte nelle Alpi».
L’uomo quindi invita il Comune a rivedere la decisione di cancellare le zebre in via Internati e deportati: un attraversamento in quel punto è necessario. —
A.F.
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