Il codice Ateco dà il via libera ma sono costretti a chiudere
SEDICO
Il nuovo Dpcm ha generato malumore tra i negozianti che hanno le rispettive attività commerciali all’interno dei centri commerciali.
Attività i cui codici Ateco non obbligano alla chiusura, stando alle disposizioni di legge, ma che pagano a carissimo prezzo l’essere ubicati all’interno di un centro commerciale. Risultato? Nonostante l’assenza di un divieto specifico, dovranno abbassare le serrande. Ancor di più nel periodo delle festività natalizie, quando gli incassi si fanno più importanti.
È il caso di Flavio Del Monego, ottico proprietario di un negozio situato all’interno del centro commerciale Kanguro di Sedico. Del Monego si è fatto portavoce del gruppo di negozianti che, come lui, subirà un danno enorme, inevitabile di fronte alla chiusura obbligata durante le giornate considerate, sul calendario, festive.
«Dal primo al dieci dicembre lavoreremo solo tre giorni» racconta Flavio del Monego, «questo dato è gravissimo considerando che da sempre, dicembre è un mese estremamente redditizio, nel quale in condizioni normali saremmo stati aperti tutti i giorni tranne Natale e Santo Stefano. A conti fatti, non faremo neanche la metà delle aperture normalmente definite con conseguenti ripercussioni sui fatturati. La vigilia di Natale poi era un giorno nel quale raggiungevamo il picco delle vendite, cosa che il Dpcm non ci permetterà di fare».
Del Monego, così come tutti i piccoli negozianti che in questo periodo hanno la “sfortuna” di avere la propria attività commerciale all’interno di un centro commerciale, parla di discriminazione.
«Il nostro codice Ateco non è chiuso. La categoria merceologica alla quale appartengo, gli ottici, non è chiusa per dpcm. La differenza la fa solo la nostra ubicazione ed è una situazione paradossale! Un ottico che ha sede autonoma, separata da un centro commerciale può rimanere aperto, io no. Questo causa una seconda drammatica conseguenza, che i nostri clienti fidelizzati, in caso di bisogno dovranno rivolgersi ad altri punti vendita. Nel primo lockdown la discriminante era il codice Ateco, ora invece la differenza la fa se sei dentro o fuori un centro commerciale. Se la legge è uguale per tutti ci chiediamo perché le restrizioni non riguardano tutti. La realtà italiana è composta da piccole e medie imprese, sono queste le fondamenta della nostra tenuta economica. A babbo natale non chiediamo regali, ma solo il grande dono di poter svolgere il nostro lavoro che, fa andare avanti questa nazione».
Chiusura con tanto di punto interrogativo: «Chiediamo se sono previste forme di rimborso per il danno che stiamo subendo. Sostegni economici di qualche tipo perché le tasse, che puntuali arriveranno, da onesti cittadini desideriamo pagarle come abbiamo sempre fatto». —
Gianluca De Rosa
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