Il Cai: «Noi interessati a Casera Vescovà»

BELLUNO. Casera Vescovà, anche la sezione di Belluno del Cai sarebbe ben contenta che venisse trovata una soluzione per garantirne l’apertura.
L’attenzione sulla struttura è stata sollevata nei giorni scorsi da Giuliano Dal Mas, appassionato di montagna e socio accademico Gism, che ha fatto notare come l’edificio, inaugurato nel 2010 dopo la ristrutturazione, sia tutt’oggi ancora chiusa. «Casera Vescovà si colloca in un’area molto bella, ma anche particolare, in quanto al confine tra una zona a protezione integrale e un’altra che invece non lo è», fa presente Sergio Chiappin, presidente del Cai di Belluno. «Il sottoscritto e il mio predecessore, Alessandro Farinazzo, avevamo approvato una bozza di regolamento per l’utilizzo della struttura. Una bozza sottoposta all’ente Parco e all’Ufficio territoriale per la biodiversità di Belluno (i due enti che, sei anni fa, si sono impegnati a riportare a nuova vita il bivacco, ndr)». «Lasciare la casera aperta e senza controlli sarebbe problematico», continua Chiappin. «A La Varetta, per esempio, la maleducazione di certe persone ha lasciato il segno».
Casera Vescovà (situata a quota 1862 metri, sotto la Talvena) «non è fatta per passare tre giorni di vacanza in montagna», prosegue, «ma potrebbe essere invece ricovero di emergenza e anche non di emergenza. Come Cai siamo favorevoli a una sua fruizione, purché venga fatta in modo intelligente e razionale. Una fruizione libera, ma con la custodia e la consegna delle chiavi che potrebbe essere gestita, per esempio, dal rifugio Bianchet e, quando questo non è aperto, dai forestali di Candaten. E chi utilizza la casera dovrebbe lasciare i propri documenti».
Al Cai, tra l’altro, farebbe comodo poter disporre della struttura quando i suoi volontari sono impegnati nella manutenzione dei sentieri. La “palla” è però in mano ad altri enti, in primis il Parco e il Corpo forestale dello Stato. E il Parco è ancora senza presidente. «Speriamo che la situazione venga a definirsi in tempi brevi», commenta Chiappin, che tiene a ricordare che il Club Alpino Italiano si è impegnato a valorizzare l’area che comprende anche la casera con la realizzazione del “Sentiero parlante del Vescovà”. L’Anello del Vescovà, che parte da quota 1.245 e sale fino a 1.923 metri, è stato inaugurato a settembre, ma è operativo già dall’estate 2015. In sostanza, un'app per smartphone, che si attiva nel momento in cui si raggiunge un punto di particolare interesse nel sentiero mappato, permette di esplorare tutti i contenuti naturalistici, geologici e storici che si possono trovare percorrendo il tracciato che parte dal rifugio Bianchet, sul Pian de i Gat, e che vai poi a toccare le casere La Varetta e Vescovà. Un progetto di eccellenza portato avanti da Cai e Regione Veneto.
Martina Reolon
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