Il Cai intitola a Fiori il bivacco invernale del Boz
Tra quelle montagne l'avvocato-alpinista aveva istruito tanti giovani

La cerimonia al rifugio Boz e a sinistra Matteo Fiori
CESIOMAGGIORE.
Avvocato alpinista, Matteo Fiori è stato per 27 anni socio del Cai, che domenica scorsa ha intitolato a lui il bivacco invernale del rifugio Boz. Presenti circa 250 persone: soci Cai, avvocati amici di Matteo, componenti del gruppo rocciatori e del soccorso alpino e rappresentanti della fondazione Angelini.
Il bivacco invernale del Boz, ricavato nel sottotetto dell'ex stallone ristrutturato e trasformato in depandance del rifugio, nella cornice delle Torri di Neva e del Sass de Mura, dove ha arrampicato e istruito tanti giovani, è stato intitolato a Matteo Fiori con la volontà di dare testimonianza di quanto sia stata preziosa l'opera svolta dall'avvocato alpinista all'interno della sezione feltrina del Cai. Con questo spirito si è svolta la cerimonia, molto suggestiva e toccante, introdotta da tre canzoni del coro Val Canzoi e proseguita con i discorsi ufficiali. Commosse ed emozionate le parole del presidente del Cai di Feltre Carlo Rossi, che ha ricordato le molteplici attività in cui Matteo Fiori era impegnato: «La sezione ha voluto onorarlo perché fin dal primo anno di iscrizione nel 1983 è diventato un punto di riferimento. Si metteva sempre a disposizione, era fortemente impegnato in tutte le attività del Cai, dal punto di vista alpinistico, culturale e ambientalistico. Ideatore e promotore di iniziative che spesso anticipavano i tempi, basti pensare al progetto "Montagna amica" sulla sicurezza in montagna». «Aveva una particolare sensibilità e riguardo per i soci dell'alpinismo giovanile», ha sottolineato Rossi. «Era innamorato della montagna e delle sue pareti, alle quali ha sempre dedicato un appassionato e concreto impegno civile e politico. Sulle vette che circondano la conca di Neva ha scalato, soccorso, insegnato, ha trascorso memorabili giornate con tutti noi. Ecco uno dei motivi di questa scelta, fortemente voluta dall'intero consiglio direttivo sezionale». In conclusione, «voglio ricordare la sua amicizia con don Giulio Perotto, nata e consolidata nel Gruppo rocciatori e nel Soccorso alpino, e sfociata nella "Preghiera del soccorritore"». Poi è stata la volta del presidente nazionale del Cai Umberto Martini, che ha ribadito il ruolo fondamentale di Fiori nello sviluppo del progetto Montagna amica. Alla presenza della moglie Liana e della figlia Camilla, è stata scoperta infine la targa dedicata a Matteo Fiori, «alpinista, soccorritore, innamorato della montagna e delle sue genti, idealista convinto e infaticabile trascinatore». (sco)
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