Il bassorilievo dedicato a Valt torna nelle miniere di Gennamari

AGORDO
Il bassorilievo in ricordo del perito minerario Giovanni Valt torna nelle miniere di Gennamari in Sardegna.
Fra i 150 nomi dei caduti sul lavoro che verranno letti durante la messa in programma domenica 20 novembre alle 18.30 nella chiesa arcidiaconale di Agordo c'è anche quello di Giovanni Valt la cui memoria è ancora viva pure nei luoghi che lo videro morire in un tragico incidente il 18 aprile 1937. Valt era nato a Canale d’Agordo il 16 ottobre 1906 e si era diplomato perito minerario al “Follador” nel 1929. Una qualifica che lo aveva portato a lavorare nelle miniere di Gennamari (Cagliari) nel bacino di Ingurtosu. Qui, a poco più di trent'anni, in seguito allo scoppio di una mina, trovò la morte, lasciando la giovane moglie, Francesca Larese, con due bambini in tenerissima età, Barbara (Tèti) di 9 anni e Alfredo (Cici) di 4 e in attesa di un terzo, Gianna, nata nel successivo mese di agosto.
La stima che la dirigenza e le maestranze della società mineraria nutrivano per il tecnico agordino vennero testimoniate con la realizzazione di un bassorilievo, raffigurante il caduto, collocato all’ingresso del circolo impiegati della miniera di Ingurtosu, in occasione della sua inaugurazione nel 1951.
La significativa opera, un gesso di autore ignoto, restò in quel luogo fintantoché il giacimento rimase in attività.
Una volta chiuso e smantellati gli impianti, l'ingegner Valentini si preoccupò di salvare il bassorilievo e di mandarlo ad Agordo alla figlia Gianna. Dopo qualche anno, quest’estate l’assessore alla cultura di Arbus, Gianni Lampis, ha contattato telefonicamente Gianna, chiedendole la disponibilità a donare l’opera d’arte alla comunità sarda di Arbus, impegnata da tempo in un’iniziativa di promozione e valorizzazione dei siti minerari dismessi.
«Ho accolto con commozione la cortese richiesta – ha detto Gianna – volta a tener vivo il ricordo di mio padre che purtroppo non ho conosciuto. In cambio ho chiesto solo di riposizionare il ritratto nei locali che lo avevano ospitato per diversi anni: una sala di Pozzo Gal».
Al fatto ha dato risalto anche la stampa sarda, con l’assessore Lampis che ha ringraziato la figlia di Giovanni Valt per la donazione, che «che sarà per Arbus una pagina in più nella memoria storica delle nostre miniere. Un nuovo tassello nel percorso di promozione e valorizzazione dei siti che il Comune sta portando avanti ormai da tempo, con cui si aggiunge e si completa il percorso dei visitatori lungo l’esposizione di ritratti ed oggetti che richiamano i personaggi che in quei luoghi hanno lavorato, faticando fra le viscere della terra».
Gianni Santomaso
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