Ideal Standard, paura per il futuro della fabbrica

Borgo Valbelluna Lo stabilimento dell’Ideal Standard di Trichiana rischia grosso. Da oltre due anni la fabbrica sta vivendo una situazione molto particolare, con il futuro che non viene chiaramente definito dai vertici aziendali. Da tempo gli stessi sindacati di categoria chiedono di conoscere il reale piano industriale per la fabbrica bellunese, senza peraltro ricevere una risposta chiara. Dopo un periodo di cassa integrazione molto pesante, alla fine del 2020 l’attività è ripartita a ritmi normali, ma c’è sempre quel punto interrogativo sulle reali intenzioni della proprietà.
Ora ,da quanto si viene a sapere da fonti ben informate, sembra che il fondo australiano che detiene il gruppo Ideal Standard sia poco intenzionato a tenere così il sito produttivo di Trichiana.
Queste voci hanno messo in allerta Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil, che hanno chiesto più volte di conoscere la fondatezza di questa notizia. Qualcosa è trapelato e non è certo incoraggiante. È proprio per spiegare meglio la situazione che domani si svolgeranno le assemblee sindacali con i lavoratori. Il clima in fabbrica è a dir poco teso e i sindacati non si sbilanciano. La partita è troppo importante, in ballo ci sono centinaia di posti di lavoro. «Per chiarire la situazione attendiamo mercoledì, quando parleremo ai dipendenti», dicono i segretari di categoria, che sull’argomento mantengono il riserbo. Ma non è escluso che nel corso del confronto sindacale possa già essere avviata qualche iniziativa da mettere in campo per far sentire la voce dei lavoratori. Una voce che è rimasta silenziosa a lungo, malgrado le tante incertezze e le nubi fosche che in questo ultimo tempo sono aleggiate sul futuro della fabbrica.
Da quanto si sa, sul fronte sindacale e a tutti i livelli si sta lavorando per capire la situazione e soprattutto per scongiurare certe decisioni aziendali. —
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