I residenti di San Donato: «Gravi disagi per la slavina ora il problema va risolto»

il caso
Imparare ora per non ripetere gli stessi errori. La delegazione di residenti di San Donato si fa trovare puntuale in piazza a Lamon per l’appuntamento fissato con il cronista. Il tema è la gestione della slavina che ha bloccato la strada che collega Costa a San Donato. La strada è ancora chiusa per motivi di sicurezza perché c’è una parte di slavina nella parte alta che può cadere da un momento all’altro sulla strada e l’alternativa è passare per la strada di Le Ei. «Non ce l’abbiamo con il Comune, ma chiediamo che gli interventi vengano eseguiti con metodo e tempistiche più efficaci. Perché è chiaro che fino a quando non sarà rimossa la parte restante della slavina la strada non sarà riaperta».
A parlare sono Alessandro Tombazzi e Tiziana Penco, che fanno da portavoce alla delegazione e agli altri residenti. «Non possiamo dire che il Comune non si è dato fare, ma è mancato il coordinamento. Quando è caduta la slavina e si è deciso di chiudere la strada da Costa a San Donato, subito dopo dovevano partire i mezzi per aprire la strada che porta a Le Ei. Invece ci siamo ritrovati la mattina dopo bloccati sulle curve, malgrado le rassicurazioni del giorno precedente sul fatto che la tratta fosse transitabile. Questa situazione ha innescato un botta e risposta con il Comune nel quale rischiamo di fare la parte dei cattivi, mentre da parte nostra c’è solo la volontà di trovare una soluzione limitando i disagi. Nessuno ci ha obbligati a vivere in montagna, è una nostra scelta, ma ciò non significa che dobbiamo essere ulteriormente penalizzati», affermano, mentre il maestro Antonio Bottegal ascolta e annuisce.
Una quarantina i residenti fissi della frazione: «Tra loro ci sono tre famiglie che hanno persone con seri problemi di salute, che hanno bisogno di spostarsi in paese oppure fino a Feltre, praticamente ogni giorno. Se come avvenuto stamattina (giovedì ndr) il camion con sale e ghiaino passa alle 7,45, è un lavoro inutile perché a quell’ora chi deve andare a lavorare è già partito da un pezzo. Immaginiamo se dovesse esserci un’emergenza con la necessità di fare arrivare un’ambulanza oppure i vigili del fuoco. Chissà se i tempi sarebbero compatibili con l’obbligo di passare per Le Ei».
I collegamenti telefonici e internet rappresentano una difficoltà: «Gli smartphone hanno grossi problemi», specifica Tiziana Penco, «basti pensare che un messaggio whatsapp di martedì relativo a un sopralluogo sulla zona della slavina svolto da personale dell’Arpav si è scaricato sul mio telefono solo stamattina (ieri per chi legge). E così può accadere con qualsiasi tipo di messaggio, anche di emergenza. Questo per dire che vivere a San Donato non è sempre così scontato e semplice come può apparire».
Il piccolo comitato di cittadini chiude con un auspicio e una proposta: «L’auspicio è quanto prima venga rimossa la parte di slavina che ancora incombe sulla strada, magari chiedendo aiuto alla Prefettura o rivolgendosi a ditte specializzate. La proposta che facciamo per il futuro è quella che il Comune valuti di affidare il servizio di spargimento di sale e ghiaino agli appaltatori che già operano sul territorio e sarebbero in grado di gestirlo. L’alternativa è che Comune e appaltatori si parlino per coordinare il servizio». —
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