I parenti di Casanova Borca «Tutto per pochi litri di benzina»

San Pietro. La famiglia ha visto la lettera anonima che scatenò le indagini contro l’impiegato della Cm morto suicida il 26 agosto: «Era una persona perbene, qualcuno deve fare i conti con la coscienza»
La sede della Comunita' montana Comelico e Sappada
La sede della Comunita' montana Comelico e Sappada

SAN PIETRO. Ai familiari di Ferruccio Casanova Borca è stata consegnata la lettera anonima che aveva originato l'indagine in seguito alla quale, complice la pubblicità data alla vicenda, Ferruccio ha deciso di togliersi la vita il 26 agosto di quest'anno nei boschi del Comelico. «La lettera in questione», spiegano i familiari, «è precisa e scritta con metodo ed è indirizzata a più istituzioni. Quindi è stata scritta per fare male a Ferruccio. Un atto vile che purtroppo ha portato alla morte del nostro caro». Il padre Italo e le sorelle Elisabetta, Liliana e Claudia ricordano che: «A Ferruccio erano contestati solo alcuni viaggi con la Panda di servizio per recarsi fino a casa per la pausa pranzo, una pausa che, cronometrata dagli investigatori, non durava mai più di 20 minuti, 20 minuti per mangiare e ritornare in ufficio per sbrigare onestamente tutte le sue mansioni».

La famiglia è ancora sconvolta dalla terribile vicenda: «Un’indagine complessa e articolata», dicono, «centinaia e centinaia di documenti, foto, filmati, intercettazioni, pedinamenti che certamente hanno comportato un impegno notevole di tempo e di risorse; tutto questo per qualche litro di benzina». Ferruccio non era ancora stato rinviato a giudizio quando il clamore della stampa si è concentrato sul suo caso. Si erano solo concluse le indagini. «Se ci fosse stato il rinvio a giudizio, al massimo avrebbe patteggiato una multa di poche centinaia di euro», è l'amara conclusione delle persone vicine a Ferruccio. Il ruolo della pubblicità che il caso ha avuto nei giornali locali è stato purtroppo determinante: «Caratteri cubitali, locandine e titoli già da sentenza, per delle pure e semplici ipotesi. Una logica terribile», dicono ancora le sorelle e il padre di Ferruccio, «che in un giorno ha distrutto la reputazione di un uomo non abituato al clamore e soprattutto, questo è importante ricordarlo, che ha passato una vita svolgendo il suo lavoro con puntualità, impegno e dedizione, sin dal lontano 1983 quando prese servizio presso l'ente».

Gli stessi ricordano con commozione la folla intervenuta ai funerali del loro caro per tributargli l’affetto, la stima e la riconoscenza e le belle parole scritte dall’ex presidente della Comunità Montana Mario Zandonella Necca a ricordare: «Lo zelo e la capacità di Ferruccio…. quanto successo non può mettere in discussione il lungo percorso professionale e la sua onestà». Naturalmente ogni lettera anonima presuppone dei sospetti su chi può averla scritta; su questo i familiari non dicono nulla: «Non sappiamo… il testo sembra scritto da persona competente, quasi un “addetto ai lavori”, chissà…. forse qualcuno con il quale magari in passato Ferruccio ha avuto dei rapporti. Difficile dire, ma questo poco importa».

Cosa vorreste dire a tutti quelli che, a vario titolo, hanno avuto una parte in questa triste vicenda? «Pur con un grande dolore, abbiamo la consapevolezza, mai venuta meno, di chi sa che il proprio congiunto era persona onesta e perbene, quanto agli altri, ognuno farà i conti con la propria coscienza, che è l’unico giudice inappellabile. Chi decide di nascondersi dietro la vigliaccheria di una lettera anonima, invece di esporsi in prima persona, dovrebbe fermarsi a valutare le possibili conseguenze per non dover convivere tutta la vita con i sensi di colpa», e poi un appello alle persone che lavorano nella comunicazione: «Speriamo che sia la prudenza e non l'ansia di mettere le persone alla gogna per vendere qualche copia in più a guidare i giornali e chi dà le notizie. Un fatto del genere è già successo un anno fa in Cadore e si è ripetuto in Comelico, speriamo che non succeda più e che queste morti siano un monito per il futuro».

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